
Ora, dopo la dichiarazione di fallimento, ma con la possibilità di continuare nell’esercizio d’impresa, cioè a fare calcio, occorrono i fatti, cioè i soldi. Quanti? Intorno al milione e mezzo per sistemare il discorso con la Lega "Pro", più una fidejussione da 700mila euro per iscriversi al prossimo campionato di serie "C", facendo le corse per non arrivare fuori tempo massimo.
La notizia del fallimento del club non ha trovato impreparato il gruppo che fa capo ad "Affida", perché, in fondo, era quella l’unica strada percorribile per arrivare ad un’ asta e acquisire il titolo sportivo. Ieri mattina, nella sede di "Affida", si è svolta una riunione alla presenza di Stefano Grassi e dei suoi più stretti collaboratori (commercialisti, avvocati, esperti fiscalisti).
Il primo atto da intraprendere subito riguarda la costituzione, ovviamente sotto un nome diverso da quello attuale, da affiliare alla "Figc", una nuova società in cui far convergere il ramo sportivo della Lucchese, una volta acquisito lo stesso tramite l’asta giudiziale. Rimane, altresì, da capire da chi sarà formata la nuova società, chi saranno gli investitori al fianco di "Affida", se italiani oppure esponenti del fondo del Bahrein. L’importante è che nasca un gruppo dirigenziale serio ed... "affidabile", come il nome della società che fa capo a Stefano Grassi.
E’ fuori discussione che il lavoro che attende la nuova società, una volta iscritta, sarà complesso ed impegnativo; ma, a chi ha "salvato" la Lucchese, non sarà chiesto nulla di più di una partecipazione dignitosa al prossimo campionato di serie "C", tenuto conto che, oggi, si dovrebbe conoscere l‘entità della nuova penalizzazione. Le previsioni parlano di 8-10 punti in meno in classifica, a causa dei mancati pagamenti. Sempre meglio che una ripartenza dai Dilettanti, però.
Emil. Pell.
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