EMILIANO PELLEGRINI
Sport

Lucchese: spiraglio di salvezza in tribunale, attesa decisione della giudice Ricotti

La Lucchese attende la decisione del tribunale di Lucca per evitare il fallimento e salvare la serie C.

Nella foto «Alcide»: al centro, il sindaco revisore, Liban Varetti e, di spalle, da sinistra, l’assessore allo Sport, Fabio Barsanti e il sindaco di Lucca, Mario Pardini

Nella foto «Alcide»: al centro, il sindaco revisore, Liban Varetti e, di spalle, da sinistra, l’assessore allo Sport, Fabio Barsanti e il sindaco di Lucca, Mario Pardini

Ieri mattina si è svolta, presso il Tribunale di Lucca, l’udienza pre-fallimentare della Lucchese. C’è un piccolo spiraglio per salvare la Lucchese e la serie "C". E passa dalle decisioni della giudice Giorgia Maria Ricotti. Che, dopo l’udienza, si è riservata di decidere nel giro di ventiquattro ore. O sarà fallimento oppure ci potrebbe essere la liquidazione della società, decisione che potrebbe portare ad un’asta per acquisire il controllo del club. Ieri mattina, in via Galli Tassi, si sono presentati: il revisore dei conti della Lucchese, Liban Varetti; il rappresentante legale dell’"Aic", con il capitano Coletta e Francesco Fedato; per il Comune di Lucca il sindaco Mario Pardini, l’assessore allo Sport, Fabio Barsanti e il capo di gabinetto, Beniamino Placido; infine il main sponsor della Lucchese "Affida" srl. Si è collegato da remoto anche il presidente Benedetto Mancini che ha chiesto un ulteriore rinvio.

"La speranza di salvare la società c’è – ha spiegato Varetti – , dal momento che c’è stata una manifestazione di interesse da parte della società “Affida”. Certo i tempi sono molto stretti e le procedure di legge non si possono adeguare alle tempistiche".

Insomma, per ora la Pantera non è ancora… morta. Rimane in fin di vita, ma sembra esserci un sottilissimo spiraglio per salvare la serie "C", anche se i tempi sono ristrettissimi.

Proviamo a vedere in quale modo potrebbe essere scongiurato il declassamento di categoria. La cosa fondamentale è che il giudice dichiari il più in fretta possibile il fallimento della Lucchese 1905 e che venga nominato un curatore fallimentare e che, subito dopo, si apra l’asta per l’acquisizione del club. Il tutto da fare nello spazio massimo di tre-quattro giorni. Ecco che a quel punto dovrebbe entrare in scena Stefano Grassi che acquisterebbe il club dal fallimento, avendo la certezza – certificata appunto dal tribunale – , che l’ammontare complessivo dei debiti (sportivi e non), è quello e che nessuno, successivamente, potrà venire fuori avanzando altre pretese. Va da sé che, per acquistare la Lucchese, Grassi dovrà velocemente costituire una nuova società che, ovviamente, avrà un nome diverso da quello attuale, andare in Lega, versare i soldi che ci vogliono per l’ iscrizione al campionato (ma di serie "C") e iniziare un nuovo percorso, partendo, per così dire, sul "pulito".

Per quello che abbiamo capito Stefano Grassi dovrebbe essere alla testa di un gruppo di imprenditori verosimilmente stranieri, perché si è sempre capito che, da solo, non ce l’avrebbe fatta a tirare fuori dai guai la Lucchese. Che gli imprenditori a sostegno di "Affida" arrivino dal Bahrein oppure siano, magari con quote minime, espressione del mondo economico locale, poco importa. Come non importerebbe che la Lucchese, a prescindere dal nome che verrebbe dato alla nuova società, dovesse partire con 8-10 punti in meno in classifica, ma in Lega "Pro".

Questa dovrebbe essere la situazione dopo che il giudice avrà decretato il fallimento della vecchia Pantera. Chi vuole bene a questi colori si augura di assistere, domenica prossima, in occasione dei 120 anni di vita del club, non ad un "funerale" sportivo, ma ad una nuova rinascita che sarebbe la quarta nel giro di diciassette anni.

Emiliano Pellegrini

Continua a leggere tutte le notizie di sport su