Robbie, l’ultimo re: il Summer saluta scatenandosi al ritmo di Williams

Grandioso concerto della superstar di fronte a oltre 20mila spettatori. Tutti successi e l’omaggio agli Oasis con Don’t Look Back in Anger

Robbie Williams al "Lucca Summer Festival"

Robbie Williams al "Lucca Summer Festival"

Lucca, 29 luglio 2023 – Concludere il Summer sugli spalti forse è proprio il modo migliore e come già lo scorso anno con Justin Bieber, per questa edizione che festeggiava i 25 anni del festival, è stato Robbie Williams a infiammare la folla dei circa ventimila presenti in platea, in tribuna e in piedi.

L’unica data italiana del tour celebrativo di (guarda caso) 25 anni di carriera solista ha richiamato in città fan da tutta Italia e non solo: come sempre, davvero tantissimi gli stranieri in vacanza o venuti appositamente per l’occasione a conoscere o a ritrovare la nostra città. Il Summer 2023 chiude con ben oltre centomila biglietti venduti, ma di bilanci e forse anche già di futuro si parlerà da oggi in poi.

Anche ieri sera ha invece parlato la musica: a partire dall’ospite speciale, che ha aperto la serata con il sole ancora alto a illuminare il palco. Diodato è uno dei cantautori italiani più apprezzati e amati e dal vivo riesce a mantenere tutta quella cura che mette nelle registrazioni, grazie a un’ottima band e soprattutto alla sua voce, che in modalità live, se possibile, è ancora migliore e più potente. Il suo set forzatamente ridotto ha messo comunque in luce i brani del suo recente disco “Così speciale“, tra i quali “Ci vorrebbe un miracolo“, con il quale ha iniziato il minishow. Meno di un’ora, ma il tempo di ascoltare, tra le altre hit, “Fai rumore“, con il refrain ovviamente cantato da tutti e “Che vita meravigliosa“ c’è tutto. E l’entusiasmo della gente è sincero verso un’artista che non fa mai niente di eccessivo o fuori luogo e che rifugge l’apparenza e il superfluo.

Quando appare in scena invece Robbie Williams, si capisce subito con chi si ha a che fare e lo chiarisce subito lui stesso, con le prime due canzoni: “Hey wow yeah yeah“, nella quale si invita tutti cento volte "a battere le mani" e “Let me to entertain you“. Un grande intrattenitore, insomma, su questo non ci sono dubbi: uno che il palco se lo divora ogni volta, che sa quando alzare a abbassare la tensione, quando e come creare l’atmosfera più giusta, quando cercare fisicamente il contatto con il suo pubblico, quando farlo cantare, quando farlo ridere, seguendo tutto il campionario degli stati d’animo umani.

E poi le altre hits: “Come undone“, “Love my life“, “Candy“, “Feel“, “Rock Dj“, “Angels“. Dal repertorio Take That “Do what U like“ (in video/nostalgia, parlando con i fan di quei tempi), “The flood“ e “Could it be magic“(che interrompe sorprendendo uno spettatore uscito dalla toilette), in realtà brano di Barry Manilow che Donna Summer portò al massimo successo. Ma è un’altra cover a colpire particolarmente, “Don’t look back in anger“ degli Oasis, evidentemente frutto di passione personale non così scontata, visto che negli anni ’90 le due band erano in qualche modo rivali e dividevano il pubblico.

Sul palco una grande band supporta Robbie in ogni momento, suonando pop e rock o quello che serve in modo puntuale ed efficace. Il resto lo fa lui, riempiendo anche fisicamente la scena, muovendosi, correndo e saltando, dimostrando una buona forma fisica. In platea, invece, uno spettacolo parallelo: chi sta seduto non riesce a non scattare in piedi, chi è in piedi salta e partecipa alle “onde“ ma tutti però cantano, questo è certo. E anche se la giornata non ha fatto registrare le temperature torride di qualche giorno fa, al sudore di un lungo pomeriggio di attesa si unisce quello provocato da questo felice movimento. Un pubblico fatto di fan della prima ora e di giovanissimi cresciuti con i dischi di Robbie in casa: non poche le famiglie al completo, che evidentemente vivono nel “culto“ di Williams. L’ex-Take That ringrazia e ha parole anche per Lucca, che lo ha accolto per la terza volta. Quando lo spettacolo finisce e le luci si riaccendono, qualcuno continua a cantare anche uscendo dall’arena, ancora non pago di ciò che ha visto e ascoltato. Questi sono i fan.