Quasi diecimila per Lenny Kravitz

Altro super show per il Summer Festival. E martedì gran finale con Snoop Dogg

Due momenti del concerto di Lenny Kravitz: l’artista americano ha iniziato a suonare dopo le 22

Due momenti del concerto di Lenny Kravitz: l’artista americano ha iniziato a suonare dopo le 22

Lucca, 27 luglio 2015 - UN ALTRO bagno di folla, quasi diecimila persone, si sono ritrovate ieri sera, in piazza Napoleone, per l’ennesimo «pienone» di questo incredibile Summer numero 18. L’atteso protagonista della serata, Lenny Kravitz, è entrato in scena alle 22.15, col ritardo (mezz’ora) delle star ma col piglio di chi il pubblico sa come prenderlo. Prima di tutto, con la sua presenza fisica e lo fa mettendosi più volte in posa davanti agli scatti delle migliaia di cellulari branditi dai fan, con buona maggioranza femminile (e straniera). Poi, con la musica: una solida band che sostiene voce e chitarra di Kravitz, in bilico tra il rock, il soul e il blues e che non ha rinunciato neppure ieri ai suoi pantaloni neri in pelle. Esordisce con «Frankestein», dall’ultimo album «Strut», ma poi passa a «American Woman», cover dei The Guess Who del 1970, ormai considerata sua. che Lenny attacca sapientemente per tre volte, fingendo problemi tecnici inesistenti.

ALLA FINE si rivolge al pubblico con un «Lucca do you believe in love?» per attaccare «It ain’t over ’til it’s over», una delle hit più attese: e Lucca gli ha detto che nell’amore ci crede, eccome. Il set non sarà lunghissimo, ma certamente intenso, con altri grandi pezzi che hanno infiammato la platea, quali «Dancin’ ’til dawn», «Sister», «Believe», «Always on the run», «I belong to you», «Let love rule», «Fly away», «Are you gonna go my way», molti dei quali dilatati con lunghi e apprezzati assolo di sax o chitarra. Uno show sempre piacevole da vivere e da ascoltare, oltre che da vedere. E una platea provata, stanca, sudata, ma felice di aver vissuto una serata densa di emozioni forti.

LA SERATA è stata davvero ricca di musica, iniziata con un breve set dell’emergente band neworkese dei London Souls, dal rock scarno e duro e proseguita con l’ottima performance, di circa un’ora, di Gary Clark jr, forse una sorpresa per qualcuno, ma un vero rocker figlio del soul, del blues e di Jimi Hendrix: chitarra distorta, gran voce e personalità da vendere, molto amato negli States ma non solo. Padronanzadel palco e presenza scenica, insieme alla sua musica, lo porteranno sicuramente lontano. Oggi un giorno di stop, prima dell’ultimo appuntamento del festival, in programma domani, a partire dalle 21, con Marcus Miller, il numero uno in assoluto del basso elettrico e, alle 22.30, Snoop Dogg, rapper di razza, uno dei re dell’hip-hop, per chiudere in bellezza un’edizione da record del festival. In settimana saranno forniti i numeri esatti.