Zanne d’elefante in casa. Padre e figlio condannati

Il tribunale ha inflitto in tutto 4 anni di carcere e 4mila euro di multa. Oltre all’avorio nell’abitazione c’erano 64 armi tra pistole, fucili e scimitarre

Carabinieri

Carabinieri

Lucca, 9 luglio 2020 - In casa avevano una santabarbara da far invidia a un’armeria. Tanto che quando i carabinieri ci fecero irruzione a maggio del 2019, restarono a bocca aperta. Nell’abitazione del Compitese padre e figlio avevano collezionato ben 64 pezzi fra armi da fuoco e armi bianche. Ma soprattutto anche dieci zanne d’elefante. Tutto il materiale era detenuto senza autorizzazione.

Per questi motivi, ieri il tribunale di Lucca riunito in seduta collegiale (Boragine, Marini, Boi) ha condannato Piero Guerrucci, 87 anni e il figlio Giovanni, entrambi residenti nel Compitese, a una pena severa: 3 anni di reclusione, 4mila euro di multa e l’interdizione dai pubblici uffici per l’anziano e 1 anno di reclusione per il giovane. La pena, per entrambi, è sospesa. L’accusa del pubblico ministero Salvatore Giannino: detenzione abusiva di armi e detenzione di animali di cui è vietato il commercio. I militari nell’abitazione avevano rinvenuto scimitarre, katane, carabine, doppiette e fucili, oltre alle zanne d’avorio.  

Non si trattava di armi in dotazione all’esercito, cioè da guerra, che avrebbero reso la pena ancora più aspra. Ma di armi ‘demilitarizzate’ cioè comunemente da sparo. Quando gli investigatori hanno chiesto alla coppia il motivo e l’origine dell’arsenale, i due non hanno saputo rispondere. Se non appellandosi al ’sacro fuoco’ del collezionismo. Ma a far lievitare la pena in primo grado con un’ammenda da 4mila euro è stata la presenza delle dieci zanne d’elefante.  

L’articolo 727 bis del codice penale infatti prevede che chiunque fuori dai casi consentiti, detiene esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta è punito con l’arresto da 1 a 6 mesi o con l’ammenda fino a 4mila euro, "salvo i casi in cui l’azione riguardi una quantità trascurabile di tali esemplari". Non il caso in questione quindi, con le zanne che erano di un quantitativo tutt’altro che trascurabile. Claudio Capanni © RIPRODUZIONE RISERVATA