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Una maxi commessa dal gigante Wepa per la Gambini

Accordo con il colosso tedesco per la vendita di un macchinario per carta a uso non domestico e destinato allo stabilimento di Piechowice.

Dopo l’accordo per vendere nuovi macchinari a Sofidel, ecco quello con Wepa: Gambini Spa, azienda lucchese con stabilimenti produttivi a Badia Pozzeveri, leader nella progettazione, sviluppo e costruzione di sistemi per la produzione di carta tissue per uso consumer e professional, ha chiuso una commessa con il gigante tedesco della produzione di carta per usi igienici.

La nuova linea della Wepa, che sarà installata nell’impianto polacco di Piechowice, è pensata per produrre rotoli di carta per usi non domestici e il suo punto di forza sono la flessibilità e velocità: arrotola fino a 600 metri di carta al minuto.

"Con questa vendita, ci siamo quasi fatti un regalo di compleanno – spiega l’ingegner Giovanni Gambini, presidente di Gambini – dal momento che questa commessa è la 150ª linea completa venduta e cade proprio nel 150° anno di vita della nostra azienda, i cui grandi festeggiamenti sono purtroppo rinviati al 2021, a causa dell’epidemia da Covid-19".

Fiore all’occhiello della nuova commessa sarà il TouchMax, il macchinario per la groffratura ideato da Gambini e diventato ormai un riferimento per tutto il settore della trasformazione della carta tissue.

"Durante il lockdown, noi abbiamo potuto lavorare quasi normalmente, pur con tutte le precauzioni necessarie – continua Gambini – Ma appena è stato possibile uscire dai confini nazionali, subito abbiamo preso un aereo e siamo volati in Germania, portando a casa questo grande risultato. Wepa era già un nostro importante cliente: quando i clienti tornano a comprare da noi, la soddisfazione è doppia!".

Wepa, come noto, è tra le maggiori aziende europee del settore cartario, impiega 3.800 persone nei suoi 13 siti – dislocati in 6 paesi – e ha un fatturato complessivo di 1,3 miliardi di euro. In Italia, due dei suoi tre stabilimenti sono situati proprio nel distretto cartario lucchese.

"Abbiamo voglia di ripartire, di tornare ai nostri ritmi usuali – aggiunge Carlo Berti, direttore commerciale e primo artefice di questo ottimo risultato – e il nostro entusiasmo si nutre di internazionalizzazione, pur rimanendo saldissimi a Lucca con la testa e con il cuore. E poi questa commessa è importante anche al livello simbolico, poiché segna una ripartenza, un nuovo avvio dopo il dramma sanitario e sociale del coronavirus: un nuovo inizio, anche se è dal 1870 che lavoriamo ogni giorno come fosse il primo".

Fabrizio Vincenti© RIPRODUZIONE RISERVATA