Gli amici portano a spalla Samuele, fra petali, cori e striscioni / VIDEO / FOTO

Tantissimi giovani al funerale della terza vittima del tragico incidente. Striscioni anche per Amedeo. Letto il tema di "Samu" sul coronavirus

Lo striscione che apre il corteo con il feretro di Samuele (foto Alcide)

Lo striscione che apre il corteo con il feretro di Samuele (foto Alcide)

Segromigno in Piano (Lucca), 3 giugno 2020 - Samuele è arrivato  nel luogo della celebrazione  in spalla agli amici. Tanti ragazzi si sono dati il cambio per accompagnarlo al luogo della funzione, sorretto dai loro muscoli forti e da spalle allenate, a scandire il contrasto fra la morte e quelle vite esuberanti, specie in questo giorno che le libera più che mai dai limiti imposti dal Covid. Il giorno della massima libertà vissuta da tre mesi a questa parte, che nessuno avrebbe voluto trascorrere al funerale di due ragazzi. Perché qui a Segromigno, nel pomeriggio si trasla la salma di Samuele, ma il pensiero di tutti e le parole che si scandiscono nei cori e si leggono sugli striscioni sono anche per Amedeo, salutato da tanti coetanei al mattino nella piazza di Guamo, lui che viveva a Gragnano. Samuele e Amedeo erano sullo stesso motorino, quando si scontrarono con la moto di Marco Lencioni, lunedì a Lunata.

Il gruppo dei giovani che sostiene il corpo di Samuele è preceduto da un gruppetto di ragazze in lacrime, che sorregge uno striscione. Uno striscione per due. "Sarete le stelle più belle", si legge. Anche Amedeo è qui.  Dai marciapiedi, lancio di petali, applausi. Il grido Samu Samu.  La morte sembra lontana, esorcizzata. Invece, c'è.

Petali di fiori gettati ai piedi del corteo che accompagna Samuele (foto Stefanini)
Petali di fiori gettati ai piedi del corteo che accompagna Samuele (foto Stefanini)

E la esorcizza pure don Damiano Pacini, che ha appena terminato il funerale del trentottenne Marco, una giovane vita spezzata in quello stesso maledetto incidente, e ora deve trovare le parole per salutare Samuele, che di anni ne aveva meno della metà di quelli di Marco. Il sacerdote dice che Marco vive ancora, perché "siamo destinati all'eternità" e "cristianamente parlando, siamo senza confini". "Samuele sarà sempre con noi, non solo nei ricordi ma con il suo esempio. Il suo è un arrivederci, non un addio", dice il parroco. Che bacchetta i giornalisti per quel loro scivolare nella retorica dell'"ultimo saluto", in occasione dei funerali. "Ma per i cristiani non è mai l'ultimo". E cita Sant'Agostino secondo il quale le più gravi disgrazie sono "vivere senza speranza e riporre speranza in chi non la merita. Il Signore è vita, speranza". Poi, il parroco legge la lettera che il vescovo Giulietti rivolge alle tre famiglie colpite.   

La famiglia Leto vuole che le offerte raccolte alla questua siano devolute ad  opere di bene. Intanto, caldo ed emozione tradiscono la resistenza di una ragazza colta da malore e soccorsa dall'ambulanza della Misericordia.  

Alla fine i compagni di classe leggono un tema di Samuele in cui parlava del coronavirus: "Mi mancano gli amici, la normalità ci manca quando la perdiamo", così scriveva. Gli studenti che sui banchi non avranno più quel compagno dicono che Samuele "mancherà loro tanto è che ogni volta che guarderanno stella brillare in cielo sapranno che sarà lui". Poi, il volo dei palloncini bianchi e azzurri solca il cielo, che porta proprio gli stessi colori. 

Massimo Stefanini