Sarandon, lezione “sold out“ a Imt: "Voglio diventare cittadina italiana"

Masterclass da tutto esaurito dell’attrice premio Oscar nella chiesa di San Francesco ospite di “Bright Night“ "Si deve lottare perché le cose cambino in meglio – ha detto – e perché il mondo sia più giusto" .

Sarandon, lezione “sold out“ a Imt: "Voglio diventare cittadina italiana"

Sarandon, lezione “sold out“ a Imt: "Voglio diventare cittadina italiana"

Secondo giorno di Susan Sarandon al Lucca Film Festival e nuovo bagno di folla per l’attrice statunitense premio Oscar. Dopo il tappeto rosso e il premio alla carriera al cinema Astra, ieri pomeriggio altro “sold out“ nella chiesa di San Francesco, per la masterclass-conversazione sul cinema, la carriera, i temi sociali, ospite di Scuola Imt. Al termine dell’evento la star ha ricevuto in regalo un suo ritratto, reaizzato dal pittore Giuseppe Linardi, protagonista della mostra legata al cinema a Palazzo Guinigi. Doppio dono, invece, consegnato a Sarandon da Ave Marchi, presidente della Fondazione Paolo Cresci per l’emigrazione: una sciarpa di seta realizzata a Lucca e un libro sui figurinai lucchesi di fine ’800, in onore delle sue origini coregline.

"Non ho mai sognato – ha detto Susan – di fare l’attrice. Ma eravamo in nove tra fratelli e sorelle e io organizzavo recite e riprese, ero la regista di famiglia. In realtà volevo solo andar via dal New Jersey e studiare. Frequentando l’università ho conosciuto un uomo che organizzava corsi di recitazione e che un giorno fu chiamato a fare un provino per il cinema. Dovendo farlo in due, portò me. E da lì è partito tutto. Fui chiamata a fare un film dal bassissimo budget che parlava in qualche modo di violenza sugli hippies. “Fortuna“ volle che a Wall Street ci fu un incidente dove spararono su hippes che manifestavano e quindi il nostro film ebbe molta risonanza. Poi ho fatto tanti provini, ho recitato in una soap opera e a Broadway, imparando il mestiere e a stare davanti a una telecamera. Quindi con un po’ di fortuna tutti possono diventare attori. Il difficile è rimanerlo"

"Il cinema - ha affermato Sarandon – ha bisogno di storie che ci facciano stare più uniti. Parlare di amore, di sentimenti... Alla fine quasi tutti i mei film parlano di questo. A me piacciono i personaggi che portano avanti un cambiamento. e che comunque devono toccarmi, farmi provare emozione. Io quando vado al cinema e mi piace farlo, amo uscire e discuterne con gli altri, anche animatamente: è questo che deve accadere, non è che i film ti dicono cosa devi fare o come vivere".

"Lo sciopero negli Usa? Si lavora ancora – ha spiegato la star – su contratti di 30 anni fa, quando oggi tutto è cambiato, con streaming e piattaforme. Per avere assistenza sanitaria, a parte iscriversi al sindacato, il cachet deve essere minimo di 26mila dollari. E non sono certo in tanti a guadagnarli. Sicuramente non grazie agli avidi Netflix o Amazon. Insomma è il momento di cambiare le cose.Il cinema oggi è in gran parte in mano a queste multinazionali che ora si sono messe in testa di usare l’intelligenza artificiale. Con un unico compenso ti scansionano corpo e voce e poi possono usarli quando e come vogliono, dai videogiochi a qualsiasi altro progetto che ovviamente puoi non condividere. Invece è possibile fare accordi ad interim con case indipendenti che rispettano le norme sindacali. E se Netflix vuole il film lo richiede e lo compra".

Infine, un pensiero all’Italia: "Certo che vorrei avere – ha confermato – la cittadinanza italiana. Ho tutti i documenti, ma se qualcuno mi da una mano a superare il difficile iter burocratico è ben accetto".

Poi, l’assalto finale dei fan armati di smartphone, con l’attrice che si è simpaticamente prestata a firmare decine di autografi.

Paolo Ceragioli