La questione di Cava Ceragiola e della sua riattivazione inserita tra le previsioni del piano operativo rischia di sfociare in un muro contro muro tra giunta e cittadini. E’ questa la sensazione in vista dell’assemblea intitolata “Le ragioni del No“ che gli abitanti di Castello, Vallecchia, Corvaia e Ripa, più gli altri borghi della zona, hanno convocato per martedì alle 18 al Cro di Solaio allo scopo di lanciare la raccolta di firme finalizzata alla presentazione delle osservazioni al piano operativo. "L’attività in galleria – ricordano – prevede l’estrazione di 60mila metri cubi di materiale lapideo, il transito sulla viabilità pubblica di 8mila camion in 5 anni e una filiera estrattiva che produrrà polveri e rumore tali da incidere negativamente sulla qualità della vita di questa area".
Invitato all’assemblea, il sindaco con delega all’urbanistica Alberto Giovannetti non parteciperà. "Ma quali ricadute: Cava Ceragiola è un enorme ’anfiteatro’ – spiega – che parte a 300 metri da Castello. Non sarà una cava a cielo aperto né avrà modalità industriali, bensì prevede una coltivazione moderata di brecce e pietre pregiate, oltre al recupero dei ravaneti a Solaio a cura della stessa proprietà. La viabilità interessa invece Seravezza, la cui giunta ha dato il nulla osta. Nessuno vuol fare spianare un monte: il nostro è il comune col maggior numero di artigiani e laboratori ma è senza una cava. Dispiace che il Pd abbia creato allarmismo, è scorretto e mistificatorio".
d.m.