Queste piante ci possono salvare dalle Pm10

Alloro, fotinia, olivo e ligustro riescono meglio di ogni altra specie a filtrare l’aria e pulirla dal particolato prodotto dallo smog

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Quali sono le piante che possono meglio proteggerci dalle Pm10, le polveri sottili, diffuse nell’aria, così pericolose per la nostra salute? Ebbene, sono alloro, fotinia, olivo e ligustro. Ce lo rivela uno studio condotto da un coordinamento scientifico composto da: Università di Firenze, dipartimenti di biologia e di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali, che stanno conducendo analisi sulla vegetazione e Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) di Pisa, sostenuto con 180mila euro dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Partito nel 2020 terminerà alla fine di quest’anno con la stesura di una vera guida ad uso degli enti locali.

Il progetto si chiama "Veg-PM10" e vede la sinergia dei comuni della Piana, che hanno partecipato alla presentazione avvenuta ieri ad Altopascio con la sindaca Sara D’Ambrosio e gli assessori all’ambiente: Daniel Toci (Altopascio), Valentina Simi (Lucca) Matteo Francesconi (Capannori) e Franco Fanucchi, (Porcari); insieme a Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Federico Martinelli, professore al dipartimento di biologia dell’Università di Firenze, Alessandro Zaldei, responsabile del laboratorio climatologia urbana dell’istituto di biometeorologia del Cnr, Barbara Moura, ricercatrice al dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali, dell’Università di Firenze; Michele Totaro, dottore al dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie di medicina e chirurgia dell’Università di Pisa.

Un progetto a misura della Piana, quindi, che punta ad individuare le specie vegetali già presenti nel territorio e più utili dal punto di vista del contributo alla pulizia dell’aria, e poi a capire cause e incidenze della presenza delle polveri nell’aria che in questi comuni si respira.

Gli studiosi hanno acquisito poi i dati dei pazienti del San Luca, come ha spiegato Michele Totaro: "Affetti da malattie respiratorie, del sistema cardio vascolare e patologie neoplastiche dei polmoni. Dati del 2018, in periodo pre-pandemico, ovviamente, che dopo una scrematura dei diversi casi hanno prodotto un campione di poco più di 600 pazienti, suddivisi per diverse le malattie: 241 patologie respiratore, 33 neoplastiche e il restante cardiovascolari".

"Lo studio – aggiunge ancora Totaro – ha poi teso a geolocalizzare la residenza dei pazienti, per comprendere l’incidenza della diffusione delle PM10 su queste malattie".

Ovviamente ne esce una mappa che vede il maggior numero di patologie e pazienti concentrato in area urbanizzate e fortemente trafficate.

Il prossimo passo sarà quello che porterà ad incrociare i dati risultanti dallo studio delle piante per capire come queste possano costituire la migliore barriera naturale "verde" al diffondersi del Pm10 a difesa della nostra salute.

Barbara Di Cesare