Protesi ortopediche, 15 indagati per corruzione. Ci sono anche 7 medici

Indagine della guardia di finanza di Lucca

Guardia di Finanza

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Lucca, 2 ottobre 2019 - Sono 15 le persone indagate nell'ambito di un'inchiesta della guardia di finanza riguardo all'impianto di protesi ortopediche in una clinica lucchese. "Gli avvisi di conclusione indagini _ si legge in una nota della Finanza _ sono stati notificati nei confronti di 15 persone fisiche e 4 persone giuridiche, tra cui: 7 medici chirurghi provenienti dall’area laziale, i responsabili della società romagnola che si occupa della commercializzazione in Italia delle protesi ortopediche a marchio 'Ceraver' ed il rappresentante legale della società che, in virtù di un contratto di affitto, gestisce la clinica 'M.D. Barbantini' di Lucca, per il reato di 'corruzione per l’esercizio della funzione' ”.

Le indagini hanno accertato che "la società romagnola, e per essa il suo responsabile commerciale, con l’ausilio di suoi collaboratori e con l’approvazione dei vertici aziendali, in cambio dell’utilizzo esclusivo di protesi prodotte dalla multinazionale francese 'Ceraver', induceva i medici ortopedici operanti nel Lazio ad eseguire interventi chirurgici, nei confronti di loro pazienti laziali, presso la clinica lucchese. Trattandosi di interventi ad 'alta complessità' ed essendo eseguiti su pazienti di provenienza extra-regionale, essi potevano gravare sul bilancio della Regione Toscana senza alcuna limitazione poiché, in tal caso, non trovavano applicazione i limiti di spesa invece previsti per gli interventi relativi a pazienti toscani".

Gli inquirenti sottolineano come "agli stessi medici, oltre ai compensi ottenuti dalla clinica, venivano poi offerti sistematicamente dalla multinazionale una serie di servizi e benefit alcuni dei quali proprio in corrispondenza dell'effettuazione degli interventi chirurgici. Grazie a tale fidelizzazione, i medici ortopedici coinvolti, in occasione degli interventi chirurgici, si impegnavano ad impiantare esclusivamente protesi della citata multinazionale". Questo meccanismo permetteva anche alla casa di cura di Lucca "di trarre rilevanti vantaggi economici, potendo essa erogare prestazioni sanitarie puntualmente rimborsate dall'erario, anche a favore di pazienti extra-regionali".