Processo per avances sessuali, Carmignani non si arrende. Ricorso contro la condanna

Presentata l'istanza in appello da parte dell'ex comandante dei vigili urbani

Il comandante Carmignani

Il comandante Carmignani

Lucca, 12 ottobre 2018 - L’ex comandante della polizia municipale Stefano Carmignani ha presentato appello, tramite i suoi avvocati Enrico Marzaduri e Gioia Crippa, contro la sentenza dello scorso 16 aprile con cui il giudice Antonia Aracri l’aveva condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione per avances sessuali e calunnia verso una agente della polizia municipale, con interdizione dai pubblici uffici. 

Carmignani, nei cui confronti era anche scattata il 26 aprile la sospensione cautelare dal servizio di responsabile della Protezione civile (dove era stato trasferito nei mesi precedenti) punta a ribaltare la sentenza di condanna riportata al termine del processo in rito abbreviato o comunque ad attenuarla. In primo grado è stato ritenuto colpevole, in concorso, di calunnia e del reato previsto dall’articolo 319 quater, il cosiddetto «traffico di influenze», che punisce l’induzione indebita a dare o promettere denaro o altre utilità. 

In sostanza, l’ex comandante (trasferito un anno prima alla Protezione civile dal sindaco Tambellini) è stato condannato per aver tentato di indurre un’agente della polizia municipale di Lucca, sua sottoposta, a una prestazione sessuale. Il tutto durante una trasferta in auto per la quale aveva chiesto lui stesso la vigilessa come autista personale. Il tentativo non andò a buon fine per il secco rifiuto della donna. Poi, in sede di interrogatorio, Carmignani controaccusò a sorpresa l’agente, sostenendo che lei stessa gli aveva proposto un favore sessuale in cambio di una promozione. Da qui, appunto, anche l’imputazione di calunnia.