Pagamenti col pos, tutti in regola ma dubbiosi

I commercianti si adeguano alla nuova norma entrata in vigore, per la quale non si possono rifiutare i pagamenti elettronici

Una novità attesa, ma che, come tutte le novità, desta qualche perplessità. Parliamo dell’obbligo per ogni attività di accettare pagamenti con strumenti elettronici per qualsiasi importo, anche di un solo euro.

Un altro passo di una più ampia strategia che se da una parte punta a favorire i moderni sistemi di pagamento (molto diffusi tra i turisti e gli stranieri), dall’altra punta a contenere l’evasione fiscale.

Abbiamo perciò deciso di fare un giro tra le strade della città per sentire che cosa ne pensano i commerciali lucchesi di questo nuovo obbligo.

"Lo usiamo spesso già da qualche anno - ci dice Fabiana Droggini della Caffetteria Millennium - soprattutto con i turisti, che vogliono pagare sempre con la carte di credito. I clienti locali la usano se si parla di cifre più alte, non sono anocra abituati a pagare il caffé con la carta. Sebbene, da dopo la pandemia si sia iniziato ad usarla più frequentemente, anche per evitarte il contatto con le banconote". Non tutti sono però d’accordo con questa novità, specialmente i commercianti più anziani: "Prima non lo avevamo, siamo qua dal 1980 e non siamo mai stati abituati ad usare tutta questa tecnologia - racconta Graziano Iacopetti del Bar Montecatini - è una legge fatta per favorire le banche".

“L’obbligo non cambia la nostra situazione - spiega Pantaleoni Roi del Bar Colonna - Il pos già lo usiamo, in particolare nella stagione turistica. Abbiamo sempre accettato pagamenti con la carta, ma tra gli italiani solo i più giovani sono abituati a pagare anche le piccole cifre digitalmente“. L’introduzione delle sanzioni e dell’obbligo non ha quindi portato stravolgimenti per le piccole attività, che invece sono concordi nel sottolinenare come il principale problema rimanga quello delle commissioni e dei costi di gestione.

"Personalmente - conclude Pantaleoni - non ho problemi con i costi di transazione, dipende tutto dal contratto di gestione che l’attività commerciale decide di fare con la banca. Si può pagare una percentuale su ogni transazione oppure avere un tetto mensile e pagare un canone a fine mese. Se ci fosse una disciplina nazionale e una soglia sotto la quale non si pagano costi di transazione sarebbe sicuramente meglio".

Contrastante invece l’opinione dei commercianti sulla reale capacità di fermare l’evasione fiscale, tra i molti c’è chi sostiene che la misura non basterà a realizzare un vero cambiamento di tendenza e che in realtà siano necessarie misure diverse per contrastare l’evasione delle tasse. Altri invece pensano che l’obbligo possa essere un primo passo verso una progressiva limitazione del contante e uno strumento utile contro l’evasione.

"Non credo sia solo per il motivo dell’evasione - dice Andrea Baliotti del bar Moka - e non risolverà del tutto il problema. Bisognerebbe fare altre cose, come diminuire le tasse".

"Penso sia uno strumento utile per fermare l’evasione - ci dice Ernesto Caiazzo del bar Sole - oltre che un servizio in più verso il cliente".

Andrea Falaschi