
Ha preso il via la cinquantesima stagione di "Orlando" lo storico locale al confine fra Roma Imperiale e la Caranna a Forte dei Marmi. Mezzo secolo che è un po’ una sintesi del turismo nella località della Versilia storica. Piero Tosi, figlio dei fondatori, racconta così un successo che non conosce crisi.
Come si passa da Pietro a Orlando, dal fortino alla Caranna?
"Mio nonno, i figli Pietro e suo fratello Orlando, mio padre, vendevano sulla spiaggia quello che mia nonna e mia mamma preparavano. Poco a poco la gente veniva a chiedere le stesse cose nel laboratorio in centro a due passi da Piazza Marconi e lì, nel 1959, aprì la pizzeria Pietro. Nel 1972 i miei genitori decisero di mettersi in proprio e trasformarono una villetta in quello che, da allora, è Orlando. Fino ai primi anni ’90, quando Pietro chiuse, i due locali continuarono una parallela storia di successo".
Quale è il segreto di questo successo, che si rinnova ogni anno?
"Anche se facciamo pizze e focacce, sono prodotti particolari. Più che pizze le nostre sono torte salate e per le focaccine, oltre alla qualità dell’impasto, sono le farciture che hanno fatto la nostra fama. Cuciniamo noi gli ingredienti e li abbiniamo in modo originale, da quelli più classici che soddisfano i nostri clienti storici, a quelli che piacciono di più ai giovani. Tradizione, qualità e innovazione sono le chiavi del nostro successo grazie al quale tutte le generazioni si siedono ai nostri tavolini".
A proposito dei clienti, alcuni personaggi importanti?
"Dalla famiglia Agnelli, ai Moratti con l’ex presidente dell’Inter che vuole venire al banco e ritirare da solo le sue ordinazioni. Una sera Benigni improvvisò uno spettacolo fra i tavoli. Tanti i personaggi dello sport, da Luciano Spalletti, che per mio padre era come un figlio, a Roberto Baggio. Il nostro è un ambiente informale dove tutti si trovano a proprio agio".
Come festeggerete il mezzo secolo?
"Niente di particolare, se non ricordare che siamo qui da 50 anni. Mi piacerebbe poter fare un libro, ma i ricordi più datati sono per me difficili da ricostruire perché ero un bambino. Ricordo però che per l’esame di quinta elementare avevo preparato una composizione a base di pasta che mi dimenticai in forno. La maestra mi permise di tornare a casa a riprenderla. Chissà quanti altri aneddoti avrebbero potuto raccontare i fondatori". Giulio Arnolieri