DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

“No“ alla cava Ceragiola, convocata l’assemblea

I cittadini sono contro la riapertura. "Aumenteranno camion, polveri e rumori". Appuntamento il 15 marzo a Solaio. Bigi (Lega): "E’ inserita nel piano regionale"

di Daniele Masseglia

Si erano opposti alla riapertura di cava Ceragiola fin da subito, paventando scenari tutt’altro che paradisiaci per i borghi limitrofi. Viavai di camion, polveri, rumori, peggioramento della qualità della vita e via dicendo. Poi i cittadini hanno annunciato battaglia, mobilitandosi in prima battuta con una corposa raccolta di firme. Ora sono pronti ad illustrare anche le loro osservazioni al piano operativo con un’assemblea convocata il 15 marzo alle 18 al Cro di Solaio, appuntamento al quale sarà invitata anche la giunta. Non a caso l’iniziativa si intitola “Le ragioni del no“ e il bersaglio sarà, appunto, la possibilità concessa dal Comune di far ripartire l’attività estrattiva, cosa che è stata inserita tra le previsioni del piano operativo dopo che i proprietari dell’area al confine con Seravezza hanno presentato un’apposita manifestazione d’interesse. Il fatto che l’attività sia prevista in galleria, e non a cielo aperto, e preveda interventi di messa in sicurezza ambientale non ha mai convinto gli abitanti sulla sua bontà.

"Poco più in alto, a soli 150 metri di distanza, c’è l’abitato di Castello – ricordano infatti i promotori dell’assemblea nell’apposito volantino – mentre di fronte si trovano Corvaia, Vallecchia e Ripa. Eppure, nell’anno in cui la Costituzione recepisce tra i propri principi la tutela dell’ambiente e il Pnrr sollecita progetti per la rigenerazione dei borghi a rischio abbandono, il Comune inserisce la riapertura della cava nei futuri strumenti urbanistici. E così, se il piano venisse approvato, avremmo lo scavo in galleria non lontano da via Castello, colpita da una frana non ancora del tutto sanata, l’estrazione di 60mila metri cubi di materiale lapideo, il transito di 8mila camion per i prossimi 5 anni e il funzionamento della filiera a valle, cioè frantoio, laboratorio e segheria, con conseguente produzione di polveri e rumore a danno di tutti noi". Anche per questo motivo, come detto, i cittadini inviteranno la giunta all’assemblea per poterle presentare le osservazioni.

Una levata di scudi di fronte alla quale il consigliere della Lega e presidente della commissione urbanistica Paolo Bigi manifesta la sua perplessità. "La Regione, di recente – sottolinea – ha messo la cava nel piano regionale delle cave, che ha valenza decennale, come sito potenzialmente riattivabile. Se dai la patente di guida a una persona non puoi vietarle di guidare. Il piano prevede la potenziale estrazione di 60mila metri cubi, che ’spalmati’ in dieci anni si traducono in un paio di blocchi di marmo al giorno: non mi sembra così impattante o deleterio. Il tema fu portato in conferenza di copianificazione, quando la Regione mise come prescrizione quella di fare una conferenza dei servizi con Seravezza, passaggio che abbiamo poi seguito con l’allora vice sindaco Valentina Salvatori e l’architetto Andrea Tenerini, prendendo atto che è un dimensionamento sostenibile. Anche per Seravezza, del resto, quella è una zona artigianale o industriale. Faccio allora una domanda: quando e stato adottato il piano regionale perché la minoranza non si è mossa con delle osservazioni? Non dico che la riapertura sia positiva o negativa, ma i fatti sono questi".