REDAZIONE LUCCA

"Nessuna corruzione..." L’ex ad Caronna si difende

L’ingegnere sotto indagine per tentata corruzione e turbativa d’asta contrattacca: "Al centro di tutto c’è una frase detta in auto con il mio cane".

"Nessuna corruzione..." L’ex ad Caronna si difende

L’ingegner Giuseppe Caronna, ex ad di Sistema Ambiente, finito sotto inchiesta per tentata corruzione e turbativa d’asta, non ci sta. Respinge le accuse di aver cercato di truccare gli appalti da 6 milioni di euro per il noleggio delle macchine spazzatrici e dà la sua versione sulle intercettazioni finite nell’inchiesta della Guardia di finanza di Lucca.

"Penso – esordisce l’ingegner Caronna – che da un anno a questa parte qualche cittadino di Lucca si sarà chiesto perché girano in città mezzi per la raccolta dei rifiuti vecchi, sudici ed inquinanti, mentre in quel di San Pietro a Vico fa bella mostra di se una cattedrale nel deserto - costata circa 3 milioni di euro a carico dei contribuenti e bisognosa di altri 5 milioni di euro per renderla funzionale - in barba all’obiettivo primario di una società di servizi concessionaria di una attività “vitale” per una città a prevalente vocazione turistica: rimuovere i rifiuti, regolarmente o anche (purtroppo) irregolarmente depositarti, e pulire sistematicamente le pubbliche vie con mezzi quanto più adeguati allo scopo e soprattutto efficaci, moderni e non inquinanti".

"Scorretto o peloso pensare “e mo’ arriva il nuovo socio privato e mette a posto tutto”, perché forse questa era la speranza di qualcuno che ha fatto di tutto per comprimere il potenziale della società e deprimerne le capacità e il valore prima del cambio della compagine. La vicenda, come pochi sanno, ha origini lontane - 2021 - e consegue alle scelte assai discutibili per non dire altro dell’allora presidente della società, dottor Romani, e di una vicenda giudiziaria, che mi vede imputato di ogni nefandezza, a dir poco traballante (se non ridicola) nei suoi presupposti e nei suoi sviluppi".

"Sono stato zitto per oltre un anno – sottolinea l’ingegner Giuseppe Caronna – nell’attesa “dogmatica” della conclusione delle indagini, ma ora credo sia giunto il tempo di pretendere che la verità dei fatti prevalga sui pregiudizi e sulle facili sentenze dei malpensanti. Vorrei risvegliare l’attenzione pubblica su questa vicenda per mio desiderio di pubblico riscatto".

L’ingegner Caronna lo scorso 15 maggio, alla presenza del suo difensore, l’avvocato Luca Giuliante, si è fatto interrogare dal pm Enrico Corucci, "con l’intento di chiarire la mia posizione, ricusare ogni accusa e chiedere l’archiviazione del caso".

"L’indagine – sottolinea l’ingegner Caronna in un lungo memoriale – si fonda sulla pretesa, indimostrata ed indimostrabile, che il sottoscritto abbia preteso denaro od altra utilità per sé stesso, abusando quindi della propria posizione, in esito all’unica prova prodotta dagli investigatori in 6.680 pagine di atti del procedimento consistente in una intercettazione ambientale, riassunta in una paginetta, dalla quale risulterebbe una dichiarazione farfugliata dal sottoscritto: in auto mentre viaggiavo da solo per stessa ammissione degli investigatori; in presenza dell’unico viaggiatoreaccompagnatore, il mio cane che paradossalmente risponde al none di “Gandhi”; in una sorta di “karaoke con me stesso” mentre canticchiavo (orrendamente!) canzoni degli anni ’60; “suggellando” la presunta ammissione di colpevolezza, così si legge nel verbale della GdF: “con tre distinte pernacchie!”.

La frase di Caronna intercettata mentre parla in auto da solo il 28 marzo 2022 recita testualmente: “Centoquindicimila euro... centomila euro dovevo prendere. Centomila euro (incomprensibile, ndr), fanc...! Ma ci serve altro...“. Per gli inquirenti è un tassello chiave, la “dimostrazione” di un accordo fraudolento con l’azienda fornitrice. Caronna invece respinge "ogni accusa, rivendica l’assoluta correttezza e dovutezza del comportamento tenuto, sia prima che durante la gara, nel prevalente ed anzi unico interesse della società nonché, e non per ultimo, l’assoluta infondatezza di ogni accusa concernente qualsiasi pretesa di denaro od altra utilità basata più sulla fantasia degli investigatori che nei fatti accertati".

P.Pac.