
Chiedevano prestiti di piccolo calibro a diverse finanziarie di mezza Italia per acquistare prodotti elettronici. Però lo facevano fornendo i dati di ignari cittadini a cui erano stati rubati gli estremi della carta d’identità. Così, quando i prestiti non venivano onorati, le finanziarie si rivolgevano a loro. Mentre i due truffatori intascavano la merce non pagata, restando nell’ombra. Tra gli acquisti c’era un po’ di tutto: condizionatori, smartphone, tablet, computer, lettori dvd. Tutto per un valore di almeni 35mila euro. E’ questo il trucchetto messo in piedi, secondo la Procura di Lucca, da due pregiudicati romani di 46 e 56 anni, Pietro Banchetti e Davide Andreotti, che ieri, di fronte al giudice monocratico del tribunale di Lucca, hanno chiesto di essere giudicati in rito abbreviato, beneficiando così di un terzo di sconto della pena.
L’accusa, arrivata con le prove raccolte dalla Squadra Mobile di Lucca: truffa continuata in concorso, sostituzione di persona e falso. La prima udienza si è svolta due giorni fa, dopo che le indagini della polizia, coordinate dal pm Lucia Rugani, hanno permesso di sventare decine di transazioni fraudolente in tutta Italia. L’indagine è iniziata a gennaio 2018, quando un romano denunciò di essere vittima di una truffa consumata attraverso la richiesta di un finanziamento acceso a suo nome presso un centro commerciale di Lucca, per l’acquisto di una pompa di calore di oltre mille euro. Ovviamente l’uomo non aveva mai chiesto il finanziamento di cui la società erogatrice pretendeva il pagamento.
La querela fornì alla Mobile di Lucca, diretta dal commissario Silvia Cascino, l’input per una indagine di più ampia portata, condotta dalla sezione Reati contro il patrimonio.I documenti dell’ignara vittima, prodotti per accedere al finanziamento, dalla carta di identità alla busta paga, risultarono contraffatti, così come falsa era la firma apposta sul contratto per l’erogazione del prestito. I poliziotti dell’ufficio investigativo hanno poi scoperto che sulla vittima erano state avanzate decine di richieste di finanziamento, per acquisti di beni in tutta Italia, la gran parte delle quali accolte.
Le prime indagini hanno un meccanismo ben congegnato, supportato da un’organizzazione di mezzi utili alla falsificazione dei documenti. La testimonianza di decine di dipendenti dei centri commerciali a cui le richieste di finanziamento sono state avanzate e l’esame dei falsi documenti prodotti hanno portato gli investigatori verso i due romani. Le principali truffe, ricostruite dalla Mobile sarebbero avvenute dopo Lucca anche a Firenze, Casale Monferrato (Al), Galliate (No), Milano, Latina, Senigallia (An), Rimini, Pesaro e Piacenza.
cla.cap