La medicina e l’identità di genere, così la scienza cambia approccio

A Lucca nella sala Tobino di Palazzo Ducale un convegno promosso dalla commissione pari opportunità. La dottoressa Tenucci: ”Pari diritti a chi ha deciso di cambiare sesso, pur mantenendo i propri organi“

Miria Tenucci, referente per l’area lucchese per la salute e la medicina di genere

Miria Tenucci, referente per l’area lucchese per la salute e la medicina di genere

Lucca, 20 aprile 2024 – Si parlerà di “Salute e identità di genere” questa mattina nella sala Tobino di Palazzo Ducale. A organizzare l’importante giornata di confronto multidisciplinare è l’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Lucca con la “Commissione medicina di genere” e la commissione “Pari opportunità” della Provincia. Un convegno che ha lo scopo di spalancare le porte della scienza verso un tema attuale, da affrontare con la conoscenza; dove l’aspetto della tutela della salute dell’individuo deve essere inteso come universalmente riconosciuto, indipendentemente dalla definizione biologica del singolo sesso.

Ne parliamo con la dottoressa Miria Tenucci, medico chirurgo di ortopedia e traumatologia all’ospedale San Luca e referente per l’area lucchese per la salute e la medicina di genere.

Dottoressa perché un convegno su questo tema?

"Perché rischia di rimanere sconosciuto. La medicina era basata sulla centralità dell’uomo maschio, di 30 anni, che pesa 80 chili e un’altezza conseguente; una impostazione che non tiene conto dei cambiamenti, psicologici innanzitutto, rispetto ai quali occorre rivedere l’approccio; una cardiologa americana ha portato avanti degli studi importanti, pubblicati su una rivista scientifica e oggi da questo studio dobbiamo partire per parlare di una medicina di genere che tenga conto delle differenze, dando sostanzialmente la pari opportunità anche a chi ha deciso di cambiare sesso, pur mantenendo i propri organi".

Che cosa deve fare la medicina?

"Per capire meglio, i transgender, non avendo una linearità di sesso, si sottopongono a terapie ormonali che vanno ad alterare la fisiologia dell’organismo; ma la trasformazione del corpo non toglie gli apparati maschile e femminile, prostata e utero, quindi viene a mancare l’attenzione e la considerazione necessaria per la prevenzione: non si eseguono screening e sappiamo che oggi ci sono 400mila persone transgender in Italia (indagine con il supporto dell’Osservatorio nazionale sull’identità di genere, ndr ) che rischiano di non sottoporsi agli accertamenti importanti al fine della salvaguardia della salute".

Parliamo di cambiare consapevolezza rispetto alla realtà dei fatti?

"Esatto, occorre cambiare; ecco perché il coinvolgimento anche dell’ordine dei medici, perché in prima istanza il paziente si rivolge al medico di medicina generale e da lì deve essere indirizzato; esiste un percorso che partendo da questo primo passo, in Toscana conduce a quello che è il centro di riferimento presso l’Aou di Careggi; il convegno vedrà la partecipazione di medici specialisti, del centro di riferimento della medicina di genere, dell’Istituto superiore di sanità, così come di branche quali l’urologia, la ginecologia, la chirurgia plastica; saranno affrontati anche gli aspetti giuridici riguardanti il diritto antidiscriminatorio".

La medicina per il benessere dell’individuo, nessuno escluso, il tema universalistico di salute: e l’ideologia?

"La medicina, la scienza non devono rappresentare ideologie, dobbiamo formarci per essere accoglienti in modo rispettoso; oggi siamo impreparati mentre la popolazione interessata sta crescendo; cambiare la consapevolezza e lo scopo del convegno, è quello di entrare nelle tematiche per abbattere, anche dal punto di vista della terminologia, certe barriere: affrontare questo tema significa fare un passo avanti per dare consigli giusti e non lasciare indietro, nell’accettazione e nella prevenzione, nessuno".

Maurizio Guccione