REDAZIONE LUCCA

"Mancano le condizioni per un’unità convinta" Centrodestra, il ‘passo di lato‘ di Luca Leone

Anche l’altro possibile candidato sindaco fa capire di non essere disposto ad andare avanti con le divisioni interne a partiti e movimenti

Luca Leone rompe il silenzio e dice la sua sul centrodestra e la sua candidatura a sindaco. Che, diciamo subito, al momento subisce una frenata per quelle ragioni che tante volte abbiamo raccontato: troppe divisioni e veti incrociati mettono le schieramento in stallo sul nome del candidato.

Buongiorno Luca dove eravamo rimasti?

"Dal punto di vista dell’impegno amministrativo a cinque anni fa, dal punto di vista dell’impegno politico anche di più, perché in tutti questi anni mi sono dedicato con tanto impegno ad un percorso di realizzazione professionale, che mi ha molto gratificato".

Adesso fa il capo di gabinetto di un sindaco di una grande città (Pisa), si sente pronto per fare il Sindaco della sua di città?

"L’esperienza di capo di Gabinetto del Sindaco di Pisa è una bellissima esperienza umana e professionale, assai diversa da quella svolta negli ultimi anni all’interno del settore finanziario di vari Comuni, con crescente responsabilità. Sono a contatto con un ottimo sindaco, che lavora incessantemente per la propria città. Fare il sindaco è l’esperienza politica più difficile, ma anche più bella; così carica di responsabilità e anche di soddisfazioni. In qualche modo mi sentivo pronto, quando mi sono candidato dieci anni fa, dopo quindici di esperienza amministrativa. In tutti questi anni, però, ho acquisito senza dubbio una maggiore esperienza tecnico-amministrativa, che ritengo preziosissima. Quindi mi sarei anche sentito pronto, ma non riscontro condizioni favorevoli, o meglio, quelle che avrei auspicato".

Il centrodestra lucchese, però, non riesce a mettersi d’accordo. Da mesi parla e discute, ma non trova la quadra. Come se ne esce?

"Guardi si tratta di situazioni che non sono dipese né dipendono dal sottoscritto, che non ho mai partecipato al tavolo del centrodestra né mai avanzato autocandidature. Da diverse settimane il mio nome è emerso come possibile candidato, proposto in verità non solo dalla Lega, ma anche dal civismo e da Forza Italia. Nella mia unica dichiarazione pubblica di circa un mese fa, però avevo detto che avrei preso in considerazione un’eventuale proposta di candidatura nell’ambito di un percorso unitario e condiviso tra i partiti e tutte le civiche, compresa anche la nascente di Mario Pardini. Con quest’ultimo ho cercato di confrontarmi in più occasioni, facendo presente quanto sarebbe stato importante un percorso comune e condiviso tra tutti. C’è stata chiusura da parte sua, manifestata poi con la volontà di trattare con tutti, finendo per far intendere addirittura il supporto per un’eventuale candidatura di Del Ghingaro. Avessi riscontrato condizioni di sostanziale, ma anche convinta unità del centrodestra, mi sarei messo a disposizione, anche con sacrificio, ma unicamente per l’amore per la mia città. Non ho registrato, però, quella condizione di unità ed armonia utile a costruire un progetto forte per la città".

In queste settimane non sono mancate le critiche verso una sua candidatura, come quella del senatore Mallegni di Forza Italia, cosa risponde?

"Quella del Senatore non è stata l’unica, ma trovo difficile rispondere, nel merito, quando qualcuno di accusa di essere troppo di destra e qualcun altro troppo di centro. In realtà la sua uscita è stata ovviamente più dettata dal disegno di creare le condizioni favorevoli per la candidatura di Del Ghingaro. Ma non sono mancate, però, anche altre voci critiche. Mi riferisco alle posizioni di tanti esponenti di FdI, alle tante veline mandate alla stampa, alle critiche dirette di tutto il gruppo consiliare, a cominciare dal suo capogruppo Marco Martinelli, condito dal “silenzio assordante” dei vertici locali di quel partito (Fantozzi e Giannoni). Mi dispiace aver riscontrato in queste settimane tanto “fuoco amico”, anche da parte persone che hanno fatto un bel tratto di strada politica insieme a me e che ora mi paiono più animate da invidie e rancori personali, dalla stupida logica delle bandierine, dei posti e quasi certamente più dalla voglia di voler perdere che da quella di costruire un progetto serio per la città. Per concludere, evidentemente, pure io come altri, non sono emerso come candidato capace di unire tutti convintamente. Dato che non mi sento proprio di fare il candidato imposto, né di “andare in paradiso a dispetto dei santi”, è bene che mi metta sulla riva del fiume. In diversi si auguravano un mio passo di lato, anche se in verità non ne avevo mai fatto alcuno in avanti. Li accontento; ben vengano lor signori, quindi, ad indicare il miglior candidato Sindaco, quello che finalmente riesca ad unire tutti, e soprattutto a costruire un progetto serio per la città".

Quindi rinuncia a candidarsi?

"Non ci vedo le condizioni, ma rimango comunque a disposizione, se ce ne fosse bisogno, per dare una mano".

Francesco Meucci