Duemila presenze a LuBec, Lucca Beni Culturali

Il lancio della gamification, l'attrazione ai musei attraverso il gioco. Due proposte dell'assessore regionale Bugli

Un momento dell'inaugurazione di LuBec

Un momento dell'inaugurazione di LuBec

Lucca 4 ottobre 2019 - Si è chiusa oggi con circa 2000 presenze la 15ma edizione di Lubec, Lucca Beni Culturali, incontro internazionale con un cartellone di oltre 30 eventi in due giorni. La rassegna, che in questa edizione ha puntato sul tema della gestione sostenibile di patrimonio e politiche culturali, è stata diretta da Francesca Velani e organizzata da Promo Pa, Fondazione di ricerca che opera nel campo della formazione e dei beni culturali con sede a Lucca e a Roma.

Durante la due giorni, Lubec ha sviluppato attraverso laboratori e incontri diretti, le riflessioni su sei ambiti: modelli di gestione per il patrimonio culturale, digitalizzazione, archivi e open data, patrimonio culturale e sostenibilità, cultura e benessere, musei e innovazione, patrimonio culturale e Made in Italy. Tra i principali focus quello sul tema della gamification, l'idea di puntare su realtà aumentata, storytelling e user experience per attirare il pubblico dei giovani verso il patrimonio culturale e sull'urbanicidio, ovvero i danni del carico turistico su una città d'arte.

Tra gli ospiti internazionali è intervenuto Omar Saif Ghobash, viceministro alla Cultura degli Emirati Arabi Uniti, paese ospite di Lubec 2019."C'è fame di innovazione, anche nel settore della cultura e del turismo: innovazione digitale, innovazione nei musei, archivi ed open data. E l'innovazione - quella legata alla tecnologia, alla scienza ma non solo, quella anche che ha a che fare con la gestione dei beni culturali - si crea e si aiuta con i fondi europei. Ne ha parlato l'assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli, oggi al Lubec di Lucca.  Bugli ha lanciato due proposte: una richiesta al Governo per coordinare l'offerta dei beni culturali, già parte del pacchetto di regionalismo differenziato e rafforzato presentato nel 2018 su dieci materie, e il sostegno all'innovazione dal basso. "Provo a fare un esempio - spiega -: in Toscana ci sono tantissimi beni culturali, fatti di luoghi e iniziative che fanno capo ora allo Stato, ora alla Regione, ora agli Enti Locali. Se però decidiamo, anno per anno, di concentrarci tutti su uno o pochi temi, con la proposta di regionalismo la Regione potrebbe coordinare tutti, ovviamente in comune accordo, per centrare l'offerta".