IACOPO NATHAN
Cronaca

Licenziata dopo foto osè. Condannate le colleghe che scattarono le immagini

Le due donne fecero vedere le foto realizzate durante un party aziendale direttamente ai capi, che decisero di licenziare la donna. Ora il risarcimento.

Licenziata dopo foto osè  Condannate le colleghe  che scattarono le immagini

Licenziata dopo foto osè Condannate le colleghe che scattarono le immagini

Lucca, 7 settembre 2023 – Parte tutto da una foto scattata durante una festa di Carnevale in un’azienda di Lucca. I dipendenti avevano deciso di presentarsi in ufficio in maschera, come modo per stemperare la tensione lavorativa. Una dipendente, come altri, decide di arrivare a lavoro vestita da infermiera, e inizialmente la cosa non desta particolare scalpore, visti i tanti trucchi e travestimenti che hanno accompagnato il piccolo party aziendale. Alcune colleghe le scattano delle foto, qualcuna della quali in posa osè, ma tutto in chiave scherzosa.

O almeno così sembrava, visto che poi, a giorni di distanza, le immagini vengono diffuse tra i colleghi, oltre che all’ufficio risorse umane e ai capi dell’azienda, che decidono di licenziare la donna. I fatti risalgono ad alcuni anni fa e sono state al centro già di alcuni processi. La dipendente, infatti, aveva fatto ricorso contro la decisione dei suoi capi, con il giudice che le aveva dato ragione e aveva considerato illegittimo il licenziamento, costringendo anche l’azienda a risarcirla con 25 mensilità.

Nonostante questo, la carriera della donna in quel posto di lavoro si era fortemente compromessa, specie nel rapporto con i colleghi, e le cose non sono andate avanti. E proprio i colleghi sono stati oggetto di una nuova causa portata avanti dalla donna, che ha portato davanti al giudice le colleghe che le avevano scattato le foto incriminate. Una divulgazione considerata illegittima dal giudice Anna Martelli, che ha provocato conseguenze nella vita privata e lavorativa della donna, che è stata difesa dall’avvocato Romano Zipolini del foro di Lucca.

Secondo quanto emerso durante il processo, infatti, due colleghe della donna le avrebbero scattato le foto incriminate, salvo poi diffonderle ad altri colleghi e ai capi. Si legge anche, che nonostante le varie richieste di cancellare le immagini, questo non è avvenuto, ma anzi non si è fermato il tam tam che ha portato poi effettivamente al licenziamento della donna. Violazione della privacy reiterata quindi, sia per aver scattato che per aver trattenuto le foto, nonostante esplicita richiesta, arrivando anche ad arrecare un danno.

Un danno lavorativo ma non solo, come deciso dal giudice, infatti, le due donne saranno costrette a risarcire l’ex collega anche per danno di immagine e lesioni morali. La cifra stabilita dal giudice è di 6mila euro oltre alle spese processuali e di lite. Non certo una cifra così alta, ma il giudice ha tenuto conto del fatto che le immagini non siano state fatte circolare fuori dal contesto lavorativo. Una sentenza che mette la parola fine su una questione portata avanti per molti anni.