"La montagna soffre, lo Stato deve aiutare"

Il grido dei gestori degli impianti: "La neve che fiocca ci fa pensare a quello che potrebbe essere e non è. Ma noi ci crediamo"

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"La neve che fiocca inattesa ci fa pensare a quello che potrebbe essere e non è, il sole delle belle giornate riscalda solo superficialmente, il brutto tempo rende, invece, la giornata interminabile, mentre il fuoco acceso nel camino della grande sala deserta esalta la solitudine e apre la strada allo sconforto, in questo anno tanto difficile da affrontare". Riflessioni che arrivano dal comprensorio sciistico della Garfagnana, con i suoi tre punti cardine, oggi chiusi al pubblico. Careggine, Casone di Profecchia e Passo delle Radici,per un’economia bloccata dalla pandemia da Covid-19.

La montagna soffre. Soffre senza fare troppo rumore, affrontando da mesi situazioni che si fanno sempre più complesse e coinvolgono un tessuto territoriale esteso, fatto di imprenditori che da decenni mettono anima, cuore e portafoglio nel miglioramento dell’accoglienza. Con loro, a navigare sulla stessa barca, ci sono i dipendenti e le loro famiglie.

La montagna soffre, si piega cercando di attutire i colpi, ma non si piega. Una realtà sospesa, che cerca di vedere una luce, anche flebile, che alimenti la speranza, in attesa di aiuti adeguati che si fanno attendere, soggetti a decisioni che si susseguono da mesi, sempre più penalizzanti. Ultima in ordine di tempo, la norma che decreterà la possibile apertura degli impianti per la fine dell’anno.

"Siamo nell’incertezza assoluta" commenta Giuseppe Regoli, patron del Centro turistico ‘Il Casone’ a Casone di Profecchia, che avevamo lasciato nella prima fase dell’allarme virus alle prese con la mancanza delle gite scolastiche, le cosiddette settimane bianche. "Aspettiamo di sapere – aggiunge – come si potrà chiudere l’anno. Non sappiano se attivare l’innevamento artificiale, mentre stiamo scontando la necessità di adeguamento in capo agli impianti, opere non rinviabili nonostante il periodo di fermo. Come per la sciovia che, arrivata alla sua fine vita tecnica, deve essere riportata a nuovo con investimenti importanti".

"Il pensiero – prosegue Regoli – va ai nostri dipendenti fissi, sette famiglie che hanno sempre contato su questo lavoro per il loro fabbisogno, oltre agli stagionali a chiamata che abbiamo lasciato inutilmente in attesa. Resistiamo, ma abbiamo bisogno di aiuti, per sopravvivere e ricominciare. Vogliamo credere – aggiunge – che sia possibile ripartire con slancio e, nel frattempo, non ci fermiamo e cerchiamo di superare le avversità, sempre rispettando alla lettera le norme anti Covid-19. I punti di ritrovo e ristoro sono perfettamente allineati alle nuove regole. Questo, dalla prima ora". Intanto, uno spiraglio rilevante si apre nell’area degli impianti, da anni in disuso, del Passo della Radici, sempre a Castiglione di Garfagnana, con la prospettiva di un ritorno al vecchio splendore, con le piste in fase di verifica.

"É subentrata una nuova società nella proprietà – spiega il sindaco Daniele Gaspari – i progetti riguardano anche questo importantissimo aspetto di recupero ambientale e strutturale. L’attesa è determinata esclusivamente dal periodo di grande incertezza; volontà e visione, fortunatamente – conclude il sindaco – non sembrerebbero mancare".

Fiorella Corti