La tragedia della Marmolada ha ricordato allo scalatore lucchese, Riccardo Bergamini, tante avventure ad altissimo rischio. “Le ultime due volte che sono stato sulla Marmolada era giugno 2021 e ottobre 2020 – dice Bergamini –. L’ho salita più volte, in tutte e quattro le stagioni da varie vie di ascesa. La via normale di salita non è difficile, è classificata “Poco Difficile, PD” e per escursionisti esperti“. La domanda che rimbomba da due giorni: si poteva evitare? “In realtà il crollo di un seracco è un fatto naturale, soprattutto con forti sbalzi di temperatura, ma non prevedibile anche in queste condizioni – così l’alpinista lucchese – . Certo la situazione era più rischiosa, ma questi crolli possono accadere sempre, anche con temperature più rigide e al di sotto dello zero termico. E nemmeno quello si può prevedere. In montagna, come in altri luoghi, il rischio zero non esiste. Ognuno faccia le proprie considerazioni e si prenda le proprie responsabilità frequentandola. Ma con rispetto per l’immane disgrazia e in primis per le vittime, che non hanno colpe. Ho perso tanti amici in montagna e come per loro, una prece alle vittime e un abbraccio alle loro famiglie. E un sincero e dovuto grazie a tutti coloro che sono impegnati nei soccorsi e nel recupero dei deceduti e dispersi“.
Ci sono situazioni simili di rischio sulle nostre montagne? “Nella nostra zona, Alpi Apuane o Appennino, in inverno, non si corre il rischio di caduta seracchi, che sono assenti. Ci può essere quello delle slavine, più o meno grandi, causa la quantità della neve accumulata sui pendii“. E le prossime avventure targate Bergamini? “Negli ultimi 10 giorni sono salito sul Monte Rosa due volte e a fine settimana dovrei tornare sulla cima del Monte Bianco. Ad ora le condizioni sopra i 3.8003.900 metri sono buone. I ghiacciai sotto queste altitudini invece si presentano già in condizioni che normalmente si trovano ad agosto“.
Laura Sartini