REDAZIONE LUCCA

“Io sono liberale“ Marcucci si racconta

Il libro del senatore, scritto insieme al giornalista Giovanni Lamberti presentato ieri alla presenza di Pierferdinando Casini e Alan Friedman

All’ombra del Duomo, sotto un cielo che inizialmente non sembrava promettere nulla di buono salvo poi stupire, è stato presentato il libro del senatore Andrea Marcucci, scritto insieme al giornalista Giovanni Lamberti: “Io sono liberale“, alla presenza dell’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini e del giornalista Alan Friedman, intervistati da Emilia Patta, firma del Sole24ore. Un coming out politico che non sorprende, ma che forse chiarisce o comunque vuole chiarire alcune cose, come ha ammesso lo stesso Marcucci spiegando il perché di queste pagine. "Sentivo l’esigenza di raccontare il mio percorso culturale e familiare e quanto questo abbia contribuito alle mie scelte politiche. Sottolineare una coerenza di fondo del mio percorso da liberale che, finita la Prima Repubblica, ha fatto una scelta di centrosinistra, non comune in Italia e non da tutti capita".

Ma il titolo, a quanto pare, non fa riferimento solo alla sua identità politica, ma anche alla libertà con cui Marcucci “passa in rassegna“ quelli che sono stati i suoi compagni di vita politica, amici, ex amici, conoscenti o solo incrociati per strada in questi 30 anni. Ne ha una per tutti, nel bene e nel male. Un libro che secondo Casini "Fa capire cosa non funziona oggi e cosa invece ha funzionato meglio prima. E quante cose stupidi abbiamo detto in questi anni, come il fatto che non serve la professionalità in politica". Secondo Friedman interessante alla luce del fatto "che l’Italia è un paese antiliberale all’80-90%".

Al centro, quindi, i grandi temi attuali, che tra l’altro confermano l’importanza di una competenza e professionalità poltica: come le dinamiche del Quirinale e la guerra in Ucraina.

L’evento ha ovviamente attirato molti volti della politica cittadina, e non solo del centrosinistra. C’erano Luca Menesini, Patrizio Andreuccetti, Mario Puppa. Alcuni dei protagonisti delle amministrative (presenti e passate): c’era Francesco Raspini, arrivato “a braccetto“ con Marcucci e Casini (che l’ha salutato come “sindaco entrante“), c’era il “sicuramente uscente“ Alessandro Tambellini, ma non è passato inosservato neppure “l’uscito“ Pietro Fazzi.

Tra i temi più caldi, appunto, le elezioni e quindi il dopo Draghi. Che a quanto pare desta parecchia preoccupazione tra molti dei presenti. Ma ancora di più sembra preoccupare la volontà di Salvini di andare a Mosca per mediare con Putin. Un tema che ha fatto da assist a Friedman per spendere due paroline (per numero ma non per leggerezza) sulla politica locale che ha ammesso di seguire con un certo interesse. "Non ho visto se nella stampa locale hanno detto se con Salvini vanno anche Ceccardi, Barsanti, Colombini e gli altri matti - ha affermato il giornalista statunitense - Magari per restarci, che sarebbe un bene per Lucca".

Teresa Scarcella