Il ritratto di un grande lucchese Ricordare Pier Carlo Santini a trent’anni dalla scomparsa

L’intervento di Bolpagni, direttore della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti

di Paolo Bolpagni (*)

LUCCA

Sono trascorsi trent’anni ieri: il 28 giugno 1993 moriva a Firenze un grande lucchese, Pier Carlo Santini. Merita di essere ricordato dalla nostra città. Studioso dai vasti interessi (pittura, scultura, architettura, design), critico d’arte, docente, organizzatore culturale, primo e più longevo direttore della Fondazione Ragghianti, dalla sua inaugurazione nel 1981 fino alla propria scomparsa prematura. Per ragioni anagrafiche non ho avuto l’occasione di conoscerlo, ma la testimonianza di chi gli fu accanto per ragioni personali o professionali e la qualità del lavoro di Santini mi rendono consapevole di sedere alla scrivania di un uomo d’eccezione. Quando, nel 2016, arrivai alla guida della Fondazione Ragghianti, volli riallestire, conferendo loro dignità museale, le principali sculture della nostra collezione, arrivate nel Complesso di San Micheletto in gran parte grazie a lui, e fu automatico intitolargli questi “Giardini”, da allora visitabili.

Era nato a Lucca il 20 aprile 1924, Pier Carlo Santini. Il padre era un avvocato, la madre proveniva dalla famiglia Bassi di Fiano. Conseguita la maturità classica, dopo la drammatica interruzione dovuta alla guerra frequentò l’università a Pisa, allievo prima di Matteo Marangoni, poi di Carlo Ludovico Ragghianti, con il quale si laureò nel 1951 con una tesi sul Giambologna di oltre ottocento pagine dattiloscritte. Un lavoro che fu ritenuto meritevole della lode e della dignità di stampa, ma che Santini, nel suo perfezionismo, non volle mai pubblicare. Dopo il servizio militare, dal 1952 cominciò a collaborare, a Firenze, con "seleArte", la rivista fondata da Ragghianti e finanziata da Adriano Olivetti. Fu un impegno che durò fino al 1957, quando Santini si trasferì a Milano per diventare uno degli uomini di punta delle Edizioni di Comunità e, attraverso l’organizzazione di mostre (su Ottone Rosai, Felice Casorati, Osvaldo Licini, Atanasio Soldati…), dei servizi culturali della Olivetti.

Nel frattempo aveva messo su famiglia e iniziato a farsi conoscere come critico di valore, scrivendo su riviste importanti (per esempio "Zodiac") e occupandosi di pittura, scultura e architettura contemporanee. Il suo nome era ormai apprezzato a livello nazionale, ma Santini sentì l’esigenza di lasciare Milano per tornare a Lucca: troppo forte il legame con la terra natale. Gli mancavano le atmosfere, i vecchi amici, le battute di caccia in campagna. La dedizione incrollabile al lavoro non gli impediva di godere dei piaceri della convivialità e dei rapporti umani semplici e autentici. Cominciò a insegnare all’Università Internazionale dell’Arte di Firenze (istituzione fondata dal suo maestro Ragghianti) ed ebbe la cattedra all’Accademia di Carrara; la didattica divenne un altro pilastro della sua attività. Santini intanto licenziava pubblicazioni rilevanti sull’architetto Lorenzo Nottolini e su pittori come Carlo Mattioli, Sergio Scatizzi, Alfredo Meschi, Antonio Possenti. A lui si devono anche mostre memorabili di scultura contemporanea allestite a Lucca, dagli anni ’70, nel centro storico, sugli spalti delle Mura, all’Orto Botanico. E poi, ovviamente, alla Fondazione Ragghianti, che ebbe in lui un direttore scientifico intelligente, lungimirante ed energico, che pose le basi per lo sviluppo delle varie anime di un’istituzione che continua a manifestare la propria vitalità.

Santini peraltro non smise mai l’attività di pubblicista, collaborando con periodici e quotidiani: "Ottagono", "Il Nuovo Corriere", "L’Espresso", "La Nazione", "Il Giornale dell’Arte"… Dopo la sua scomparsa, la collega Rossana Bossaglia, grande studiosa del Liberty, ne ricordò l’"affabile e burbera vitalità", la "schietta comunicativa", definendolo un "indimenticabile personaggio". Che Lucca non si scordi di lui! L’anno prossimo, in occasione del centenario della nascita, la Fondazione Ragghianti gli dedicherà un convegno.

(*) Direttore della Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti