Il corpo recuperato a tarda notte. Un perito per chiarire la dinamica

Il magistrato Guidotti disporrà l’autopsia. Troppi interrogativi ancora aperti sulle modalità e sulla sicurezza

Non sono state facili le operazioni di recupero del corpo di Nicola Corti, l’operaio di 50 anni rimasto schiacciato tra due rulli dell’impianto all’interno del reparto Laminatoio sesto dalla KME di Fornaci. Il delicato intervento per recuperare il corpo e trasferirlo poi all’obitorio di Lucca si è concluso solo a notte fonda, attorno alle 4 di ieri mattina. Nicola lavorava al forno flottante numero 1 ed era sicuramente, come raccontano anche i colleghi, uno dei più esperti in questo lavoro.

Era entrato in fabbrica alla KME verso la metà degli anni 90 e da allora aveva sempre lavorato in questo reparto: prima al forno flottante numero 2 e poi all’1, dove è accaduta la tragedia. Era lui che spesso veniva incaricato di formare i più giovani perché considerato il più esperti nel lavoro di fornaiolo. Il tragico incidente è accaduto appunto in questo forno dove scorre il nastro di metallo in lavorazione, ottone, che deve essere laminato e che procede in continuo. Nicola Corti è stato trovato schiacciato tra i due rulli che si trovano all’uscita dell’impianto di laminazione. Non si sa il motivo per il quale il cancelletto di ingresso al macchinario fosse in quel momento aperto.

L’impianto ha un sistema di sicurezza automatico che si blocca proprio aprendo il cancello, ma poi può essere riavviato (come nel caso di interventi di manutenzione) con un’apposita chiavetta, che sarebbe stata trovata inserita. L’unica cosa certa al momento è l’operaio si è avvicinato ai rulli, bypassando i congegni di sicurezza e lì ed è avvenuta la tragedia. Forse aveva notato un malfunzionamento e ha cercato di risolvere da solo il problema? Nessuno sa spiegarsi esattamente che cosa può essere successo perché in quel momento Nicola era solo: i suoi colleghi erano in pausa cena, che si fa a turno. Lui era rimasto per controllare appunto la funzionalità dell’impianto. Tra l’altro le telecamere interne inquadrano solo il prodotto e non il personale, per ragioni di privacy, e quindi non possono essere di grande aiuto.

Tutti, nessuno escluso, dall’azienda ai sindacati, ai dipendenti, aspettano di avere maggiori notizie dalle indagini in corso per capire una vicenda, un incidente che per il momento rimane per tutti sostanzialmente inspiegabile.

Il magistrato Laura Guidotti, titolare dell’inchiesta, ha aperto un fascicolo al momento senza indagati. Ha fatto sequestrare la linea dell’impianto ai carabinieri e al servizio PISLL dell’Asl. Gli operatori della Prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro e i Carabinieri sono rimasti alla KME tutta la notte e hanno svolto gli accertamenti del caso, raccogliendo anche varie testimonianze. Era presente inoltre una squadra di Vigili del Fuoco.

Nelle prossime ore il pm Guidotti affiderà a un medico legale l’incarico di eseguire l’autopsia. Sarà anche nominato a breve un consulente tecnico per ricostruire nei dettagli la dinamica della tragedia e dare una risposta ai tanti interrogativi ancora aperti. Non solo per stabilire eventuali responsabilità, ma anche perché episodi del genere, se possibile, non si ripetano ancora. Nicola lascia la moglie Rachele e la figlia adolescente Giorgia, oltre alla mamma Antonia, alle quali vanno le nostre condoglianze.

Paolo Pacini

Luca Galeotti