REDAZIONE LUCCA

Gravidanze a rischio, più sinergie in campo nell’Asl di area vasta. La mission è prevenire

Il percorso è stato elaborato da Carlo Luchi (Unit materno infantile) insieme a Roberto Marrai (direttore dell’area ostetrica e ginecologica): “E’ sul territorio che avviene una prima selezione dei casi da monitorare“

Gravidanze a rischio, più sinergie in campo nell’Asl di area vasta. La mission è prevenire

Lucca, 28 dicembre 2024 – Un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) integrato sulle gravidanze a rischio è stato elaborato in questi ultimi mesi all’interno dell’area vasta nord ovest - su un territorio di 6.586 chilometri quadrati di superficie, per 1.250mila abitanti e circa 9mila gravidanze ogni anno - con il coordinamento del responsabile della Unit di medicina materno fetale Aoup Carlo Luchi e del direttore dell’area Ostetricia e Ginecologia dell’Asl Roberto Marrai. I due professionisti sono anche responsabili della rete gravidanza a rischio, rispettivamente di area vasta e dell’Azienda USL Toscana nord ovest. Insieme a loro hanno lavorato, per quasi un anno, tanti professionisti di vari settori delle due Aziende, che sono partiti da un PDTA realizzato in Asl per arrivare a un percorso condiviso che offre al binomio madre-feto una visione clinica unica e interattiva, basata su protocolli assistenziali all’avanguardia in grado di garantire un elevato standard qualitativo di presa in carico e di cura.

I PDTA sono uno strumento di gestione clinica per la definizione del migliore processo finalizzato a rispondere a specifici bisogni di salute, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili sull’argomento, sempre adattate al contesto specifico. Lo sviluppo di PDTA di area vasta per la gestione delle gravidanze a rischio era previsto dalla delibera regionale 892 del 2019, finalizzata proprio alla costruzione della rete clinica regionale in questo specifico settore. L’area vasta rappresenta infatti il livello ottimale, nell’ambito del quale valorizzare, perseguendo l’integrazione dei servizi, l’organizzazione della rete ospedaliera e specialistica con un percorso che inizia “in prossimità” del cittadino, anche grazie alle attività consultoriali, e prosegue attraverso i vari nodi della rete, in cui sono assicurate qualità e sicurezza. IL percorso parte dal territorio, dove avviene anche una prima selezione dei casi, grazie anche alla presenza di ambulatori GAR (gravidanza alto rischio) che si confrontano con i rispettivi GAR ospedalieri Asl e con la Unit dell’Azienda ospedaliero universitaria quando si tratta di GARA (gravidanza alto rischio avanzato). La Unit è quindi la struttura in cui confluiscono le GARA di area vasta nord ovest. La gestione di una gravidanza a rischio è una sfida davvero complessa, che richiede una visione integrata delle esigenze della madre e del feto. Un approccio multidisciplinare diventa fondamentale per favorire la continuità e la “qualità costante” degli interventi, oltre che la sinergia tra unità organizzative di interfaccia, eliminando i “compartimenti stagni” e il concetto di singole prestazioni.

Grazie a queste azioni coordinate, vengono coinvolti professionisti provenienti da diverse specializzazioni mediche: diventa così essenziale la collaborazione tra ostetrici, ginecologi, neonatologi, specialisti in medicina materno-fetale e altre figure chiave del sistema sanitario. Di grande rilevanza, in questo ambito, il ruolo delle ostetriche e del personale infermieristico, sempre in prima linea nel garantire in ogni situazione la migliore assistenza possibile.

L.S.