Freno al “food“ in centro storico Il nuovo piano dal primo gennaio

Sulla base di studi della Scuola Imt, l’amministrazione calibra le presenze delle attività di somministrazione “Non c’è stato impatto su fatturati e lavoro, intendiamo preservare l’area del quadrilatero romano“

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Stop all’assalto del “food“ nel centro storico, e in particolare all’interno del quadrilatero romano della città. Eventuali spiragli per nuove attività potranno semmai aprirsi nella zona Est, che risulta meno affollata di pubblici esercizi. La moratoria che tiene a freno le nuove attività di somministrazione di alimenti e bevande – che scadrà con la fine del mese – diventa impegno strutturale e duraturo attraverso una delibera immediatamente esecutiva che verrà adottata dalla giunta la prossima settimana. E il nuovo progetto, come annunciato ieri a Palazzo Orsetti, si baserà sullo studio scientifico condotto dalla Scuola Imt Alti Studi, che ha preso in esame le attività economiche presenti in centro, gli esercizi commerciali, ma anche i molteplici vincoli e le opportunità relative alla tutela e alla corretta valorizzazione del patrimonio archeologico, artistico, architettonico e culturale.

“Grazie al dettagliato report della Scuola IMT Alti Studi – dichiara l’assessore al commercio e all’innovazione Paola Granucci – abbiamo misurato l’impatto economico delle attività presenti sul territorio, potendo inoltre valutarne collocazione, dimensione e concentrazione in alcune aree della città. I dati emersi ci spingono come priorità a preservare le peculiarità tipiche lucchesi, fornendo un supporto assoluto alle attività storiche e favorendo l’avvio, nei settori della città che abbiamo individuato come ancora non saturi, di quelle attività che intendono investire nel made in Lucca, valorizzando il territorio e le sue risorse”. “L’impegno dell’amministrazione – prosegue Granucci - è quindi volto ad evitare l’insediamento di attività che vadano a ledere l’identità riconosciuta di città d’arte e al contempo a promuovere quelle forme di distribuzione sul centro dei servizi necessari a un suo sviluppo e crescita”. La trasformazione, spesso subita, di esercizi commerciali di tipo tradizionale che sono stati soppiantati da diverse forme commerciali, hanno mostrato come ad incidere maggiormente, in negativo, sull’aspetto della città, siano quelle attività riconducibili ad settore alimentare (esercizi di somministrazione, esercizi commerciali alimentari ed artigianato alimentare tipo gelaterie, paninoteche e simili). Lo studio condotto dalla Scuola IMT “Progetto e sviluppo di azioni legate alla promozione e valorizzazione economica del territorio della città di Lucca” analizza l’impatto della Delibera n.69 del 06092018, che dispone la sospensione dell’insediamento di nuove attività commerciali per la somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico di Lucca. A illustrarlo, in collegamento virtuale, ieri sono stati i ricercatori di Imt, i responsabili scientifici Maria Luisa Catoni, professoressa di Storia dell’arte antica e archeologia e fondatrice dell’unità di ricerca Lynx e Massimo Riccaboni, professore di Economia e direttore dell’unità di ricerca Axes. Il loro lavoro ha affrontato due aspetti: quello storico-vincolistico e quello dell’impatto economico che questa scelta politica ha avuto sul territorio.

“L’insieme delle analisi condotte - commenta Massimo Riccaboni, professore di Economia alla Scuola IMT - mostra come la Delibera che dispone la sospensione dell’insediamento di nuove attività commerciali per la somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico di Lucca non abbia determinato alcun effetto differenziale significativo sull’andamento del fatturato e dell’occupazione nel periodo 2019-2020 a favore delle imprese del settore delle attività di vendita di prodotti alimentari e di somministrazione di alimenti e bevande attive nel centro storico rispetto ad attività simili site fuori dalle mura nel Comune di Lucca“. La moratoria dunque non avrebbe dunque prodotto “danni“ al tessuto commerciale e a quello del lavoro. Da qui prenderà le mosse il nuovo tracciato, non più a “clessidra“, per cercare il difficile equilibrio tra crescita economica e rispetto del centro storico.

Laura Sartini