Espulso per sospetto jihadismo, la moglie scrive a Salvini

"Mio marito è innocente e vorrei poterle presentare il nostro caso di persona e discuterne con lei"

La moglie di Haida Abdelmounaim  (foto Alcide)

La moglie di Haida Abdelmounaim (foto Alcide)

Lucca, 4 ottobre 2018 - Da quasi 4 anni si batte per far tornare in Italia il marito marocchino espulso nel 2015 perché ritenuto una minaccia «alla sicurezza dello Stato» per le sue esternazioni 'antioccidentali': ora Maria Carlotta Gorgoni - di Pisa ma residente a Lucca - invia una lettera aperta al ministro dell'Interno Matteo Salvini per chiedere di incontrarlo e adoperarsi per far ricongiungere la sua famiglia.

L'uomo, Haida Abdelmounaim, è arrivato in Italia regolarmente nel 2004 e nel 2007 ha sposato  Maria Carlotta Gorgoni, dalla quale ha avuto 4 figli, prima di essere espulso nel 2015. I sospetti di jihadismo della polizia italiana, secondo la moglie assistita dagli avvocati pisani Tiziana Mannocci e Marco Meoli, sono il frutto dell'interpretazione sbagliata delle parole del marito anche in conseguenza di segnalazioni arrivate da dentro la moschea lucchese da "qualcuno che poteva avercela con lui".

"Le scrivo - afferma la donna nella lettera a Salvini perché durante il suo operato ho potuto vedere in lei una persona umana, coerente e con un gran senso della giustizia. Mio marito è innocente e vorrei poterle presentare il nostro caso di persona e discuterne con lei. Ho provato varie volte a cercare un dialogo con i suoi predecessori per capire cosa mio marito possa aver fatto per essere condannato a una pena così alta (perché per lui essere strappato alla sua famiglia è peggio del carcere), ma ho ricevuto silenzi e porte chiuse. Se avessi un minimo dubbio sulla colpevolezza di mio marito non sarei qui a chiedere il suo aiuto e non starei lottando da quasi 4 anni per riportarlo in Italia, Paese per giunta che lui stesso considera casa sua. Abbiamo quattro figli che amano in modo incondizionato e quasi romanzesco il loro papà e un quinto bambino in arrivo e abbiamo un amore che in questi anni ci ha aiutato a sopravvivere e combattere per avere giustizia. Però abbiamo bisogno e chiediamo che la nostra vita possa tornare alla normalità".