Lucca, ecco i danni "sociali" lasciati dal Covid-19

L’Arcidiocesi nei primi 6 mesi del 2020 ha registrato un aumento delle persone accolte: a fine maggio erano il 30 per cento in più

L’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti

L’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti

Lucca, 11 luglio 2020 - Si chiama “d’ISTANTI“ ed è un flash-report realizzati dall’Arcidiocesi sui ”danni” sociali provocati dal Covid. Un lavoro importante e utile a tutta la collettività, realizzato dal Tavolo di economia civile di Lucca e che fotografa le conseguenze della crisi sanitaria sul nostro territorio.

Partiamo dai dati. Nei primi sei mesi dell’anno i centri di ascolto della Caritas hanno registrato un aumento del numero delle persone accolte e un incremento delle persone incontrate per la prima volta. Queste ultime, alla fine di maggio, erano già 979, circa il 30 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta di un dato sottostimato considerato che i volontari, impegnati in numerosi servizi quotidiani, a volte non hanno registrato puntualmente tutti gli accessi.

A questo primo dato, si aggiunge l’aumento anche superiore al cento per cento nei servizi più facilmente monitorabili come quelli di risposta alla marginalità estrema e ai bisogni primari: gli utenti delle mense serali a Viareggio e a Lucca sono raddoppiati (dall’inizio del lockdown 140 persone al giorno, prima del lockdown 70). Come sono aumentati i bisogni alimentari in genere, con oltre 5000 persone che hanno usufruito della distribuzione di pacchi alimentari. Questo aumento delle richieste di aiuto si ritrova anche nei servizi erogati dai Comuni del territorio. In particolare i beneficiari dei buoni spesa nei 4 Comuni aderenti al Tavolo sono stati infatti oltre 5000: nel comune di Comune di Lucca 2.707, a Viareggio 1250, a Capannori 807, a Castelnuovo 123 e a Borgo a Mozzano 188.

Oltre agli enti locali, a Caritas e alle molte associazioni presenti in provincia di Lucca, durante l’emergenza sanitaria si sono attivate le comunità locali che hanno risposto alle campagne di raccolta fondi (tra Caritas e i comuni sono stati raccolti oltre 200mila euro) oppure donando beni alimentari, beni di uso quotidiano, prodotti per l’igiene, devices (tra Caritas e i Comuni del Tavolo sono stati raccolti circa 200 devices). I Comuni di Lucca e Viareggio, durante i lockdown, hanno aperto dormitori e centri diurni di emergenza per non lasciare in strada chi era senza casa, in collaborazione con Caritas e altre associazioni locali. A ciò si aggiungono numerose “risposte spontanee”, a volte raccontate anche dalla stampa locale, che ovviamente ci dimostrano quanto sia prezioso, largo e vitale l’orizzonte civile sul nostro territorio.

Altro aspetto fondamentale, guardando al futuro, è il numero di volontari, per lo più giovani, attivati durante l’emergenza. Ad esempio i “nuovi volontari”, in maggioranza under 30, che si sono affacciati alle porte di Caritas per la prima volta, mettendosi al servizio delle persone più fragili, da marzo a giugno sono stati 240. Questi hanno collaborato nella gestione dei servizi su Lucca e Piana, Valle del Serchio e Versilia, affiancando gli oltre 200 volontari già normalmente attivi sui servizi e rimasti operativi in Caritas anche durante il lockdown. © RIPRODUZIONE RISERVATA