Coltivazione eroica "Guardiamo al futuro"

"Maestà della Formica", l’impianto a 1050 metri di altitudine si amplia recuperando i vitigni

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Da queste parti il verbo resistere non ha una desinenza legata strettamente alle ricadute da Covid-19, bensì si declina giornalmente con le asperità del territorio, in ogni stagione e fino dalla nascita dell’ambizioso progetto di vitivinicoltura, non a caso definito anche più genericamente di coltivazione "eroica". Siamo nel comune di Careggine, in Garfagnana, dove a fare notizia è ancora il vitigno di Riesling ad alta quota dell’azienda agricola "Maestà della Formica", impianto a 1050 metri di altitudine, il più alto attualmente in produzione della Toscana. Il Riesling di Careggine, è ormai diventato un prodotto caratteristico delle Alpi Apuane, catena montuosa dalla quale il pregiatissimo vitigno a bacca bianca è circondato. Vendemmie passate, rese complesse dall’ambiente ancora da testare, con un numero ridotto di bottiglie in vendita, tutte prenotate prima della commercializzazione grazie alla curiosità suscitata, e l’attesa per quella di questo autunno, che dovrebbe portare a una produzione importante.

Intanto che si aspetta di portare sugli scaffali delle enoteche e sulle tavole dei migliori ristoranti italiani un numero maggiore di bottiglie di Riesling "Maestà della Formica", il progetto di vitivinicoltura iniziale si è ampliato, coinvolgendo altri territori, sempre in Garfagnana. "Non nascondo che il comparto sia in piena crisi - commenta Andrea Elmi, l’enologo, anche presidente Coldiretti Lucca, che con i colleghi Marco Raffaelli e Gian Luca Guidi è alla conduzione dell’azienda agricola - la pandemia ha colpito duramente e molto vino è rimasto nelle cantine. Le ricadute delle chiusure dei ristoranti, dell’incertezza su una pronta ripresa dell’attività, hanno pesantemente inciso sulla commercializzazione. É stato difficile, ma abbiamo deciso di non mollare, dopo avere tanto lottato. L’obbiettivo è stato, invece, quello di implementare il progetto del recupero di storici vitigni in abbandono della Garfagnana. Patrimonio unico da riportare in vita e salvaguardare. Stiamo lavorando su diversi ettari di nuove produzione, le più variegate e originali immaginabili, nei comuni di Gallicano, Molazzana, Castelnuovo di Garfagnana e Camporgiano. In attesa ci sono altre aree interessanti che seguiamo, ma serve tempo e tenacia. Ci sono, tra l’altro, da rispettare i diritti di impianto e attendere le quote in assegnazione dalla Regione. Non ci possiamo fare spaventare dalla pandemia - conclude - l’attesa fa parte del mestiere e guardare al futuro con fiducia è un’arte da coltivare con determinazione, come facciamo con la nostra uva". Dai vigneti recuperati di Campo, Gallicano, e da quelli di Cascio, Molazzana, sono intanto nati: Gamo, rosso Igt da uvaggio misto, e Drankante, rosso frizzante Igt, rifermentato in bottiglia, senza aggiunta di solfiti.

Fiorella Corti