In questo punto della Commedia, Dante e Virgilio si trovano nella seconda bolgia dell’VIII cerchio, all’inferno. Conoscono i dannati di quel posto, gli adulatori, uno dei quali lucchese. Nella loro vita questi raggiungevano i loro scopi sporcandosi moralmente con menzogne e falsi complimenti, ora che si trovano all’inferno sono immersi nello sterco. Dante incontra appunto un lucchese, con cui aveva già fatto conoscenza prima di allora: Alessio Antelminelli che viene offeso dal poeta per la pena che gli è inflitta, riferendosi ai suoi capelli sporchi. “Quei mi sgridò: ’Perché se’ tu sì gordo di riguardar più me che li altri brutti?”E io lui:”Perché, se ben ricordo, già t’ho veduto coi capelli asciutti, e se’ Alessio Interminei da Lucca: però t’adocchio più che li altri tutti”. E’ così che Dante si rivolge ad Alessio Antelminelli offendendolo. Costui fa parte di una delle famiglie più ricche della città di Lucca. Interessante sarebbe sapere se Dante fosse a conoscenza che a Lucca si svolgeva la vendita del „letame umano“ il cosiddetto „perugino“ che era un ottimo fertilizzante e dava ottimi guadagni: ogni botte costava intorno a 4 lire (ora 672 euro circa)…allora il contrappasso diventerebbe perfetto! Se poi la nostra città era già famosa per il „garbo“ (che nasce come motivo pregiato che si elaborava quando si tesseva) e la raffinatezza, il contrappasso sarebbe proprio ironico!
Cronaca’Chi è all’inferno è letteralmente nei liquami’