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Celiachia, confronto aperto "Ecco come affrontarla"

Il dibattito con gli esperti promosso dall’"Aic" ha permesso di chiarire dubbi sul tema. Al centro di tutto l’illustrazione di caratteristiche e sintomi.

In Italia si contano 210mila persone diagnosticate, ma si stima che quelle affette da questa patologia siano più di 600mila, in media una persona ogni 100 abitanti, per un totale dell’un per cento della popolazione del nostro Paese.

Stiamo parlando della celiachia, una malattia cronica dell’intestino che comporta una reazione autoimmune al glutine in soggetti che si trovano in una condizione di predisposizione genetica. Proprio per aiutare le persone affette da questa malattia l’Associazione Italiana Celiachia è attiva in Italia dal 1979, nata su iniziativa di un gruppo di genitori di bambini celiaci in un’epoca in cui l’attenzione e la consapevolezza verso questa patologia erano ancora limitate.

Ad oggi l’AIC è presente in tutta Italia con iniziative e progetti volti a sostenere i pazienti e a diffondere una maggiore consapevolezza su questo importante tema. In questi giorni si è tenuto proprio un incontro aperto, dal titolo "Parliamo di celiachia", promosso da "Aic" Associazione italiana celiachia a cui erano presenti anche medici e nutrizionisti che hanno potuto illustrare sintomi e caratteristiche della malattia.

"Questa giornata è stata pensata per cominciare a trovarci di nuovo tutti insieme e per chiarire alcuni dubbi su cosa sia la celiachia e come poterla affrontare nel modo migliore - ci dice Federica Bove dell’AIC Toscana - , attraverso le parole e l’esperienza dei nostri medici che sono venuti qui stasera".

Non bisogna infatti dimenticare come la consapevolezza verso la celiachia sia ancora limitata e specie in età infantile può essere una condizione che rischia di portare all’esclusione e all’isolamento sociale i bambini che ne sono affetti, anche all’interno del mondo scolastico e nei rapporti con i propri coetanei.

"Tra i sintomi più comuni della malattia - ci spiega Nico Donati, dietista e nutrizionista - abbiamo stanchezza, dolori addominali, diarrea, gonfiore, difficoltà a concentrarsi, mal di testa. È una patologia che spazia tra sintomi gastrointestinale ed extra gastrointestinali e non c’è un’età specifica in cui è più probabile che appaiano. Per diventare celiaci servono tre cose: una predisposizione genetica, l’esposizione al glutine e un fattore X scatenante. Fortunatamente in Toscana si sta diagnosticando molti più celiaci del resto d’Italia, questo perché è stato fatto un buon lavoro di educazione e informazione verso i medici di base".

"Quando si parla di celiachia parliamo di una condizione che è frequente in età pediatrica - spiega Francesco Vierucci, gastroenterologo pediatrico - . Da ottobre 2019 l’ambulatorio di gastroenterologia pediatrica dell’ospedale di Lucca ha visto un totale di 79 bambini con celiachia, di questi abbiamo rilasciato 41 certificazioni tramite sistema regionale PEACE e fatto 39 nuove diagnosi. Tengo a sottolineare come il nostro servizio sia rimasto attivo anche durante la pandemia, il numero di diagnosi non è infatti calato durante il 2020 e il 2021 e l’assistenza ai bambini è sempre stata continuativa per tutto il periodo della pandemia da Covid".

Si stima infatti che in Italia ci siano 400mila celiaci non diagnosticati che rappresentano l’"iceberg" nascosto della celiachia, fare screening sulla popolazione e diagnosi precoci, senza aspettare che si manifestino i primi sintomi, è quindi di fondamentale importanza per individuare nuovi casi.

Andrea Falaschi