REDAZIONE LUCCA

Capossela e l’amore per Ariosto

Il geniale cantautore ha presentato a Castelnuovo una serie di incontri e un concerto sul grande poeta

Mai nome poteva essere più azzeccato: “Di qua, di là, di su, di giu“, la full immersion di due giorni nel mondo di Ludovico Ariosto pensata e realizzzata da Vinicio Capossela, è stata una piacevole e stimolante multi-performance che, tra parole e musica, ha coinvolto tanta gente sia negli incontri in piazzetta Ariosto che al concerto in Fortezza. Tra domenica e lunedì, infatti, l’artista ha dialogato con Corrado Bologna, Andrea Nicolini, Ermanno Cavazzoni, Sonia Trovato sugli scritti e sulle gesta dell’Ariosto in Garfagnana. Lunedì sera, infine, il concerto per il festival “Mont’Alfonso sotto le stelle“ davanti a 1500 fan.

Uno show di oltre due ore dedicato sempre ad Ariosto che Capossela ha presentato per la prima volta e nel quale ha raccontato, leggendo alcuni scritti del grande poeta, ma soprattutto con le sue parole e con le sue canzoni, le storie e le immagini dell’Orlando Furioso e della vita del poeta nei panni del governatore della Garfagnana. Vinicio ha costruito lo spettacolo con i brani del suo repertorio che potessero legarsi in qualche modo all’argomento: tra gli altri, “Brucia Troia“, “La faccia della terra“, “Il gigante e il mago“, “Pryntil“, “Signora luna“ e la conclusiva “Ovunque proteggi“, iniziando con “Chi di notte cavalca“, dall’omonimo sonetto scritto da Michelangelo Buonarroti.

Non un concerto facile, ma che il pubblico di veri fan ha sottolineato con convinti applausi a ogni fine brano. Capossela, indossando diversi cappelli, si è diviso tra la recitazione e il canto, suonando chitarra, pianoforte e tastiere, con il supporto di una incredibile band formata da Raffaele Tiseo, Vincenzo Vasi, Alessandro Asso Stefana e Giovannangelo de Gennaro, che riesce a fondere strumenti antichi e moderni creando un suono unico e originale, davvero molto, molto gradito dalla platea.

Ma visto che per Capossela due ore e venti sul palco sono poche, a fine concerto Vinicio ha voluto dividere il palco prima con gli Staindubatta, straordinaria band locale che meriterebbe molta più attenzione, perché in grado di proporre suoni eterei ed acustici e rumore elettrificato organizzato con la stessa efficacia. Poi, un pezzo blues con il chitarrista barghigiano Luca Giovacchini, prima che qualcuno lo convincesse ad andarsene, dopo tre ore. Ma questo è Capossela, prendere o lasciare.

Paolo Ceragioli