L’anestesista torna dalla pensione. "Scelta dura, ma non potevo rifiutare"

Maria Rosa Paolini è a riposo da 10 anni ma ha scelto di rimettere il camice al Campo di Marte per lottare

Personale sanitario (foto di repertorio)

Personale sanitario (foto di repertorio)

Lucca, 7 aprile 2020 - Non le piace essere intervistata, lo dice subito. E’ decisamente più propensa al fare che al dire la dottoressa Maria Rosa Paolini, medico anestesista rianimatore. Lo dimostra il fatto che, in pensione dal 2011, oggi è tornata in servizio, in prima linea sul fronte Covid-19.

Perché ha fatto questa scelta dottoressa Paolini? Quando ho visto la chiamata dell’Asl rivolta anche ai medici in pensione ho pensato che potevo dare un utile contributo visto che all’ospedale di Lucca ero medico responsabile della rianimazione. I medici di altre specialità possono difficilmente convertirsi a questa particolare branca che risulta invece fondamentale per gestire l’emergenza scatenata dal nuovo virus. Quindi poteva essere importante il mio contributo, la mia esperienza sul campo. Ci ho pensato un po’ su e poi ho deciso.

In casa sua hanno tentato con lei la via di un ripensamento? No direi che da subito, convintamente, mi hanno tutti detto ‘decidi te’. E così ho fatto.

Non fa strano tornare al proprio lavoro dopo quasi 10 anni di pensione? Devo dire che mi sono subito reintegrata, l’unico pensiero è stato quello di dar man forte.

E non ha paura di esporsi al contagio? Non si fa a cuor leggero, questo è certo. Ma si lavora con tutte le precauzioni possibili, e i dispositivi necessari oltre all’attenzione nei comportamenti e questo, da medici, ci deve bastare.

Lei è al Campo di Marte o al San Luca? Sono al Campo di Marte dove do una mano ai medici, sostituendoli per un turno a settimana.

Quale tipo di malato viene ricoverato al Campo di Marte? Si tratta di contagiati dal Covid-19 che non possono essere dimessi perchè hanno ancora gravi problemi respiratori e bisogno di ausili come i ventilatori. Oppure pazienti con particolari insufficienze di un organo, ad esempio i reni, tali che possono rischiare di compromettere anche tutto il quadro clinico. Di solito hanno passato già un periodo in rianimazione, sono già stati ventilati ma vanno ancora aiutati. E al Campo di Marte oggi c’è tutto per poterlo effettivamente fare e per tenerli sotto controllo.

Il Campo di Marte ha una dotazione completa per quanto riguarda i ventilatori polmonari? Il tipo di ventilatore è unico. Poi dipende dalle condizioni del paziente valutare se applicarlo per via più invasiva, intubandolo dalla bocca alla trachea, oppure direttamente in trachea attraverso un piccolo intervento chirurgico oppure ossigenarlo con la maschera facciale o il casco. © RIPRODUZIONE RISERVATA