REDAZIONE LUCCA

Ancora forti pregiudizi e stigma sociale sulle persone affette da Hiv

Parlano gli operatori della Casa Famiglia Mons. Giuliano Agresti che accoglie persone di ogni età e di entrambi i sessi

Il pregiudizio e lo stigma sociale sulle persone affette dal virus dell’Hiv sono ancora oggi troppo forti e, la maggior parte delle volte, sono legati ad una carenza di informazione e di consapevolezza relativi all’infezione. Chi si impegna ogni giorno ad abbattere questi pregiudizi sociali e ad offrire le appropriate cure a pazienti affetti da questa infezione sono gli operatori della Casa Famiglia Mons. Giuliano Agresti a San Vito, parte dell’Associazione Ce.I.S. – Gruppo "Giovani e Comunità". Qua vengono accolte persone di tutte le età e di entrambi i sessi, anche transgender, portatrici di infezione HivAids che vengono affiancati e sostenuti ogni giorno da un team di operatori multiprofessionale.

La Casa Famiglia mette a disposizione dodici posti accogliendo pazienti non solo di Lucca, ma anche provenienti dall’intero territorio regionale.

"In Toscana ci sono solo due strutture che accolgono pazienti Aids, una su Firenze e la nostra, che è però l’unica accreditata, e per questo arrivano da noi anche persone da fuori Lucca – dice la responsabile Chiara Bertolozzi, – Per i nostri pazienti l’Hiv o l’Aids sono solo dei problemi in più che complicano la vita e in alcuni casi purtroppo la portano a termine, ma ne hanno molti altri. Qua vengono accolti in un percorso di cura e di assistenza, con tutte le attenzioni del caso".

L’età dei pazienti va dai 36 ai 70 anni, qui gli ospiti, oltre ad essere assistiti e soggetti ad una somministrazione costante delle cure, possono partecipare a progetti, corsi e laboratori manuali. "I nostri sono dei piani di cura individualizzati, quando le condizioni di salute dei pazienti ce lo permettono cerchiamo sempre di renderli attivi. L’anno scorso abbiamo collaborato con il canile e alcuni pazienti hanno portato a spasso i cani, in estate li portiamo al mare e in alcune occasioni organizziamo delle pizzate con tanto di karaoke. Partecipano poi a gruppi di confronto ed incontrano regolarmente una psicologa, sono anche soliti frequentare il territorio di San Vito, la nostra è una realtà molto libera" continua Bertolozzi. L’associazione è anche molto attiva per quanto riguarda le campagne di sensibilizzazione e conoscenza nel nostro territorio, prestando molta attenzione al tema della prevenzione.

"Partecipiamo a tutto ciò che riguarda la prevenzione e l’informazione, non solo relativa all’Aids ma a tutte le malattie sessualmente trasmissibili. Collaboriamo spesso con le scuole, è necessario che se ne parli, soprattutto ai giovani, per abbattere i pregiudizi e renderli consapevoli dell’importanza della prevenzione. Queste realtà devono prendere voce e noi lavoriamo su questo, con l’obiettivo di abbattere ogni stigma" aggiunge Bertolozzi.

Tra i pazienti si è creata una vera e propria comunità, una reale famiglia dove ci si dà forza ed energia l’un l’altro. "Facciamo molti laboratori manuali e progetti. Il problema è che nella società c’è ancora molto pregiudizio su questa malattia e noi pazienti lo risentiamo, se ne dovrebbe parlare molto di più".

Giulia Alberigi