Visitati e dimessi: muoiono poco dopo. E l’ospedale piomba nell’incubo

Indagini per due misteriosi decessi dopo l’esposto dei parenti

Alfredo Guerriero e Miriam Daina Palermo

Alfredo Guerriero e Miriam Daina Palermo

Livorno, 29 gennaio 2016 - Due morti misteriose in ospedale sulle quali sta indagando l’autorità giudiziaria. Miriam Daina Palermo aveva compiuto 49 anni il 18 novembre: era una donna volitiva, amava la musica. All’alba del 26 gennaio, intorno alle cinque, la Palermo era andata in ospedale perché aveva la febbre alta, vomito e disturbi intestinali. E’ stata sottoposta a tutti gli accertamenti e poi dimessa. Dopo poche ore, nel primo pomeriggio, si è aggravata: è tornata in ospedale. Le sue condizioni erano gravissime: i medici hanno tentato l’impossibile per salvarla. Inutilmente: il cuore di Miriam Daina Palermo ha ceduto. I medici hanno stabilito che ieri avrebbero fatto il riscontro diagnostico, ma in tarda serata la Procura ha bloccato tutto. Sarà la pm Antonella Tenerani ad indagare e scatteranno gli avvisi di garanzia per eseguire l’autopsia. Atti dovuti davanti a un accertamento irripetibile.

Una morte, quella della Palermo, avvenuta due settimane dopo quella di Alfredo Guerriero, cinquant’anni, marito, padre e nonno splendido. Il suo cuore ha cessato di battere sabato 9 gennaio nell’ospedale labronico per una presunta insufficienza renale. Il cinquantenne, che era nato con un solo rene, era andato al pronto soccorso livornese anche il giorno precedente ed era stato dimesso dopo alcune ore. Il 9 gennaio, nel pomeriggio, le sue condizioni si sono aggravate e una volta in ospedale è morto alle 21. Il giorno seguente i familiari hanno presentato un esposto ai carabinieri e una settimana dopo la Procura, sempre il pubblico ministero Antonella Tenerani ha fatto scattare sei avvisi di garanzia ai medici che avevano curato Guerriero nei due giorni che si era recato in ospedale. I risultati dell’autospia sono attesi nelle prossime settimane.

Ora la Procura dovrà stabilire se le due morti sono state eventi improvvisi, inevitabili oppure ci siano state negligenze nel percorso sanitario. "Anche noi vogliamo che sia fatta chiarezza. Ogni giorno 200 persone vengono in pronto soccorso. Siamo vicini ai familiari", così il primario del pronto soccorso Alessio Bertini affronta l’emergenza.