Mannaia sui comitati portuali, la riforma taglia le poltrone

Nascono organismi di gestione delle Authority con pochi componenti

Una veduta del porto di Livorno

Una veduta del porto di Livorno

Livorno, 7 luglio 2015 - Dopo le indiscrezioni, arrivano i documenti ufficiali, abbastanza sintetici al momento ma comunque già significativi. Sul sito del ministrero delle infrastrutture e trasporti (Mit) ma anche sui vari siti più o meno ufficiali di alcune delle Autorità portuali i lineamenti della riforma che verrà sono più che altro chiari sulla nuova articolazione centripeta della «governance». Primo; ci sarà una direzione generale unica per i porti e la logistica al Mit, cui farà capo un’Autorità di sistema per i porti, con compiti di pianificazione di «scrematura» dei tanti progetti-richieste dei singoli porti. Nel documento del Mit non si fa cenno, al momento, agli accorpamenti tra autorità: anzi, secondo il parere del comandante Angelo Roma – uno degli esperti livornesi nel settore – il tema non è stato ancora affrontato (e si fa presto a capire perché, visto che sarà il più duro da risolvere a livello di politica locale, municipale e regionale). Però appare ormai evidente – come sottolinea il riconfermato presidente della Compagnia portuale Enzo Raugei in una sua nota – «che l’accorpamento di Livorno e Piombino con Civitavecchia sia ormai tramontato».

«La notizia è da prendere con grande soddisfazione – continua Raugei – e con grande positività ed è molto apprezzabile l’indirizzo impresso dal Ministro Del Rio. L’accorpamento con Civitavecchia avrebbe segnato per Livorno una iattura totale ed un suo destino a porto di secondo piano, in ordine alle priorità sugli investimenti e sugli obiettivi strategici di sviluppo per il nostro porto. Su questo fronte a Livorno si è mossa un’alleanza e una identità di vedute tra molti, forse tutti, gli operatori portuali». «L’accorpamento avrebbe significato anche – sottolinea Raugei – un obbrobrio istituzionale visto che la portualità è materia concorrente tra stato e regione e ci saremmo trovati con due regioni il Lazio e la Toscana, a prendere decisioni sul tema, che hanno anche strumenti di pianificazione urbanistica diversi. Questo è un problema che si presenterà anche per Carrara, se permarrà l’attuale impostazione che la vede legare a La Spezia. A mio avviso tale impostazione deve essere superata – suggerisce Raugei – inserendo quel porto nel sistema Livorno e Piombino. Questo dovrebbe essere l’indirizzo da seguire: laddove esistono più porti ed un porto “core” , l’Autorità di sistema deve essere su base regionale salvo rare eccezioni per quelle regioni dove esiste un solo porto».

«Der resto il grande impegno e il grande impulso che il presidente della Regione Enrico Rossi ha dato alle problematiche della costa – conclude Raugei – mettendo in primo piano la questione dello sviluppo infrastrutturale dei porti di Livorno e di Piombino, ribadito all’indomani della sua riconferma, non può che andare a segno ed avere continuità solo se si realizza un sistema portuale Toscano, ogni altro marchingegno di Governance portuale sarebbe di ostacolo per la realizzazione di tali obiettivi». Le aspirazioni di un “sistema” regionale come quello auspicato da Raugei al momento non sembrano recepite dal documento del Mit. Che si preoccupa invece di indicare come gli attuali pletorici comitati portuali saranno sostituiti da comitati di gestione delle Autorità portuali con un quinto di componenti (dagli attuali 340 membri a soli 70). Anche la burocrazia dei controlli nei porti sarà completamente rivista. l’indicazione è di uno sportello unico per i controlli, a capo dell’Agenzia delle dogane, e di un secondo sportello cui faranno riferimento tutti gli altri controlli. Più che una riforma, una rivoluzione. Ammesso che alle proposte seguano i fatti.