
Aurelio, dopo lo stop per l’infortunio, contro la Juve Stabia ha ritrovato il campo per poco più di una ventina di minuti (. foto social Spezia Calcio
Riprendiamo fiato dopo la forte delusione, l’amarezza e la rabbia. Guardiamo quanto accaduto fino ad ora allo Spezia e quel che dovrebbe accadere. Zona bassa della classifica con 2 punti, lo stesso numero dei gol fatti, ma ben 6 quelli subiti. Quarta giornata di campionato, trentaquattro ancora da giocare. Ma diversamente da così. D’Angelo si è subito affrettato a prendersi totalmente la colpa. D’altra parte qualcosa non va e lui, come tutti i giocatori che finora sono scesi in campo, devono assumersi le proprie responsabilità. Le colpe maggiori? Continuano ad essere ben distribuite tra vari fattori: innanzitutto non si può pensare di giocare come lo scorso anno e questo è il primo presupposto. Se poi sulle fasce Candela e Beruatto (visto che Aurelio non è ancora al meglio e nemmeno Vignali non è certo in forma) sono pressoché nulli nella fase offensiva e non riescono a tamponare in quella difensiva, troppo facile prendersela con chi viene subito dopo, ovvero Wisniewski a destra e Mateju a sinistra. Anche giocatori più importanti di loro sarebbero in difficoltà se ogni volta fossero sfidati due contro uno ad ogni affondo.
Ma il problema della fase difensiva riguarda anche chi sta centralmente, perché Esposito appare lento e impacciato, incapace di costruire qualche trama di gioco e di fare da diga. Figuriamoci se con la squadra che gira bene, a ritmi alti, con due interni di grande dinamismo a protezione (come non sono stati Nagy e Cassata), sarebbe bastato un semplice Maistro a imbavagliare completamente Salvatore! E comunque troppe volte si è vista la formazione aquilotta completamente spezzata in due tra difesa e attacco, lenta nell’appoggiare una folata offensiva o a rientrare per garantire l’incolumità di Mascardi. Nel primo tempo si arriva a punte di 65 per cento di possesso palla stabiese, poi nella ripresa i dati si sono quasi equiparati, ma solo perché la Juve Stabia ha ragionato e compreso che, dopo le tante energie spese, fosse più appagante puntare sui contropiedi. E infatti, grazie a quelli il risultato stava per diventare ancora più rotondo per gli ospiti. Insomma, c’è tutto per il tempo per risalire da quella situazione disastrosa di classifica visto che siamo appena al 22 di settembre, ma dei cambiamenti vanno decisamente messi in conto. Primo test già a Parma mercoledì in Coppa Italia, ma dato che in quell’occasione sarà il momento soprattutto di far riprendere minutaggio a chi è magari rimasto indietro, quel che più conta sarà la sfida di tre giorni dopo. Un Venezia-Spezia che metterà di fronte due squadre deluse per un avvio non certo esaltante. Sì, una, quella ligure, molto di più, ma crediamo sia un momento difficile e anche quasi comprensibile, da cui si possa uscire soltanto unendo le forze di tutte le componenti, senza insinuare dubbi o zizzanie inutili.
Marco Magi
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