Non sarebbe guastato un’acquisto di qualità

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Il primo giorno di settembre passa nell’attesa spasmodica di notizie da Milano, con i tifosi sul piede di guerra verso la proprietà. Alla fine, quasi solo cessioni: Capradossi al Cagliari, Podgoreanu al Maccabi Haifa, operazione che verrà definita nei prossimi giorni in quanto in Israele il mercato è ancora aperto, Stjepovic all’Imolese, Mraz al Mirandes nella B spagnola (con diritto di riscatto), Kornvig al Cosenza, il Primavera N’Gbesso all’Alessandria e Kornvig al Cosenza in prestito secco. Con Ampadu unico arrivo preannunciato da giorni, al gong delle 20 restava da piazzare Nguiamba e rintuzzare le mosse di altre società (Sampdoria per Gyasi, Lazio per Bastoni), con lo scambio Nikolaou-Zurkowski con la Fiorentina alla fine saltato. La sessione estiva si chiude con sette arrivi, tre di proprietà, (tra cui Serpe, girato all’Imolese in prestito, e il parametro zero di Ekdal), quattro prestiti (tra cui il ritorno di Kovalenko),oltre ai riscatti di Reca, Bourabia e Agudelo, il rinnovo di Sala e undici rientri, di cui solo tre hanno superato la selezione estiva: Holm (ottimo contro la Juve), Ellertsson e Sanca (subentrati negli ultimi minuti). Dal mercato è uscita una squadra indebolita o rafforzata? Guardando alla partita di Torino e alle già molte assenze accumulate, si farà sicuramente fatica. Non è facile vedere in serie A una provinciale imporre il proprio gioco per lunghi minuti in casa della Juventus, ma non è facile nemmeno vedere tutta questa supremazia territoriale tramutarsi nella classica montagna che partorisce un topolino. Si è sentita terribilmente l’assenza di Verde, l’unico calciatore della rosa che ha nei piedi il genio, l’imprevedibilità assoluta ad alti livelli. Letture troppo scontate per la coppia centrale Bremer-Gatti, con quest’ultimo all’esordio in A eppure lucido come un veterano, con i non irresistibili esterni Danilo e De Sciglio mai messi in difficoltà. E quelle poche volte che veniva concesso qualcosa, ecco uno stop sbagliato o una rifinitura imprecisa, in una categoria dove i centimetri fanno la differenza, a vanificare tutto. Un altro "se" grosso come una casa è la meravigliosa punizione di Vlahovic dopo pochi minuti. Se lo Spezia avesse potuto agire di rimessa più a lungo? Domanda che giustamente resta senza risposta di fronte al cinismo juventino, che senza far niente di speciale oltre ai due gol ha costruito altre tre chiare occasioni soffrendo solo una sterile pressione. Certamente è stata una resa molto più dignitosa che a Milano, ma il gap dalle più forti resta molto elevato e non sarebbe guastato un acquisto di qualità last minute.

Mirco Giorgi