Peracchini sul watefront: "Contatti con investitori internazionali. Svolta attesa in primavera"

Spezia, il primo cittadino chiede di accelerare sulla restituzione di Calata Paita: "Niente proroghe" Sulla ciminiera di Vallegrande: "Contrari a farne un’attrazione. È il simbolo di un’era da superare"

Il sindaco Peracchini

Il sindaco Peracchini

La Spezia, 24 dicembre 2023 – I rapporti con la Marina militare, il futuro di due aree strategiche come la centrale Enel, dove la marcia indietro sull’idrogeno non è stata indolore, e l’ex Ip, dove si prospetta l’ennesimo braccio di ferro sulla bonifica. E poi, il destino di una sanità che perde primari di spicco e che attende ancora i rimedi ai mali cronici. E poi, ancora, lo sviluppo portuale e le aspettative cittadine sul waterfront, la manutenzione degli edifici scolastici – tornata d’attualità dopo il caso avvenuto alla scuola di via Romana a Melara – il trasporto pubblico locale ancora lungi dagli standard auspicati dall’amministrazione comunale, e anche i rapporti con le forze della coalizione di maggioranza. Con il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, La Nazione ha fatto il punto sui temi attuali e sulle prospettive future della città.

Sindaco, la Marina ha negato la disponibilità di spazi all’interno della caserma Duca degli Abruzzi per la realizzazione della mensa universitaria. Come l’avete presa? Quali sono i canali di dialogo aperti attualmente con la Marina e per quali partite?

"Con la Marina i canali sono aperti. L’Arsenale è oggetto di uno studio importante di Rina e Fincantieri, che probabilmente coinvolgerà anche le industrie del settore privato della Difesa e porterà investimenti e innovazione. Con l’arrivo delle nuove navi che saranno consegnate da Fincantieri entro i prossimi cinque anni, la nostra base sarà ancora più necessaria e importante; di conseguenza la Marina ha bisogno di questi spazi: non ha chiuso per la mensa, ma stiamo valutando una convenzione con altre forme nell’attesa di trovare le risorse o i partner per realizzare un punto ristoro e un bar al Falcomatà, così da completare i servizi".

Nei giorni scorsi c’è stata l’inaugurazione del Polo per la subacquea, ma la sensazione è che, per il momento, sia stata tenuta a battesimo soltanto un’idea. Ci sono interlocuzioni in corso che coinvolgano anche il Comune?

"Non ancora, mi risulta che stiano ancora definendo il soggetto giuridico e la gestione. Interverremo in un secondo momento"

Come sono attualmente i rapporti con Contship? Cosa vi aspettate dal principale terminalista del Golfo, oltre al rispetto del cronoprogramma per i lavori di ampliamento del terzo bacino?

"Ci aspettiamo il più velocemente possibile la restituzione della parte restante di Calata Paita, così come previsto dagli accordi stretti con il terminalista e l’Autorità di sistema portuale. Siamo contrari a una proroga. E poi ci aspettiamo che gli investimenti siano accelerati: Contship occupa aree strategiche di pregio, che devono essere sfruttate al meglio per rendere più competitivo il nostro porto. Stiamo parlando di centinaia di posti di lavoro".

E sul waterfront?

"Stiamo cercando investitori internazionali per realizzarlo, credo che ormai i tempi siano maturi. Ci sono dialoghi in corso e l’auspicio è che in primavera possa arrivare la svolta. Anche qui si deve accelerare: stiamo parlando di un’opera strategica riconosciuta da Regione Liguria. Sotto il profilo urbanistico, il piano Llavador fissa gli indici di edificabilità massima che però riteniamo eccessivi: troveremo una via di mezzo, non può trasformarsi in una colata di cemento, ma deve essere una cosa bella, vivibile ed equilibrata, e che faccia avere un ritorno economico a chi investe".

Poche settimane fa è arrivata la pietra tombale sulla Hydrogen Valley proposta da Enel. Che futuro per l’area di Vallegrande?

" I soldi del Pnrr stanziati dalla Regione erano troppo pochi, Enel sta rallentando su tutti i progetti legati all’idrogeno. Di certo, però, la società non vuole vendere l’area ma affittarla, e per questo sta dialogando col mondo imprenditoriale. Interverranno anche direttamente, col progetto Bess, e anche l’area per le lavorazioni import export pare essere confermata. Il piano industriale di Enel è cambiato venti giorni fa, e prevede maggiori investimenti in Italia: vogliamo capire concretamente quali progetti vorranno sviluppare. Il dialogo è continuo, ma l’importante è non perdere tempo. Servirà condivisione: i progetti dovranno rispettare quanto previsto dalla variante al piano urbanistico che abbiamo approvato e che fissa paletti insormontabili".

Nel frattempo procede la demolizione...

"Entro il terzo trimestre del 2025 sarà demolita la ciminiera: ci hanno chiesto se avessimo voluto mantenerla, magari per farne un’attrazione, ma abbiamo rifiutato. Fa parte di una storia che non c’è più, e rappresenta una ferita per chi ha subito inquinamento e problemi di salute. Oggi siamo proiettati verso altre direzioni, ed è giusto cancellare qualcosa che è stato vissuto male"

Sull’area ex Ip avete deciso di procedere con la bonifica, ma la liquidazione giudiziale di Helios si è opposta. C’è poi il rischio che il Governo tagli i fondi del Pnrr dedicati alle bonifiche. Come si muoverà il Comune?

"Abbiamo deciso di bonificare l’area per rispetto dei cittadini, la spesa è stimata tra i 13 e i 15 milioni. I liquidatori giudiziali hanno impugnato la nostra procedura, ma è un autogol: se pensano di vendere a lotti, non troveranno nessuno disposto a comprare qualcosa che deve essere bonificato: non ci sono più sprovveduti. Se non ci saranno soldi a disposizione, la legge dice che chi inquina deve bonificare, quindi ci sarà un responsabile, che sia l’Eni o chi ha comprato le aree".

A quasi tre anni dal crollo, a Pagliari non è stato ancora costruito il nuovo ponte...

"L’Autorità di sistema portuale aspetta di sapere le esatte cause del crollo. Noi abbiamo sempre detto che il ponte va rifatto, magari con una diversa apertura per andare incontro agli operatori della darsena, ma non è possibile pensare che non si faccia più: anche perché per noi è un costo in più, basti pensare al trasporto pubblico: ogni mezzo percorre quattro chilometri in più ogni giorno. Quando saranno individuati i responsabili, chiederemo un risarcimento per i disagi che abbiamo subito".

La sanità da tempo è una delle note dolenti. In questi giorni si sono concretizzati due pensionamenti di figure di spicco, e la sensazione è quella di un ulteriore depauperamento. Cosa ne pensa?

"C’è un problema nazionale legato alla carenza di medici, alla Spezia sono stati fatti passi in vanti, basti pensare che Asl non ha mai avuto così tanti dipendenti, 2.511. Non è ancora abbastanza, c’è ancora tanto da fare: nella manovra finanziaria regionale ci sono molti soldi per abbassare le liste d’attesa. Abbiamo tanti bravi operatori, parlarne sempre male non fa bene, e la politica dovrebbe stare fuori dalla sanità. Lo pensavo quando era sindacalista e lo penso ancora oggi. Poi, certamente bisogna valutare se il modello sanitario definito venti anni fa con la riforma costituzionale sia davvero un vincente, o se debba essere rivisto".

L’episodio della scuola di Melara ha riportato d’attualità il tema della manutenzione degli immobili scolastici. Nei mesi scorsi avete approvato piano da un milione di euro per lo screening degli edifici scolastici, risulta però che non abbia ancora copertura finanziaria. Come vi muoverete?

"Il nostro patrimonio edilizio è molto vecchio, quando ci siamo insediati non abbiamo trovato un piano di verifiche antisismiche degli edifici, erano state fatte davvero poche manutenzioni. Noi abbiamo fatto 7 milioni di mutui, ora col Pnrr abbiamo ottenuto tanti finanziamenti che ci hanno costretto a spostare le classi coinvolte in altri plessi. In via Romana avevamo controllato tutto, non c’erano crepe nè segnali di un distacco. Mi spiace tantissimo per quanto accaduto. Credo sia un’anomalia che il sistema scolastico abbia formato i dirigenti e poi chieda ai Comuni di intervenire nelle scuole: dovrebbe essere il ministero a rispondere alle esigenze degli istituti, gestendo anche la partita dell’edilizia".

Le più recenti esternazioni del direttivo provinciale di Fratelli d’Italia lasciano intendere che ci sia il desiderio di rimettere in discussione degli assetti consolidati, rivendicando ruoli cardine nelle giunte e, perché no, anche il diritto di esprimere nomi e proposte alle prossime amministrative di Spezia e Sarzana. Come vengono vissute in maggioranza queste fughe in avanti?

"Tutti vogliono contare di più, giustamente ogni forza politica ha le proprie ambizioni e aspirazioni. Ci sarà il tempo per decidere..."..

E Peracchini, quali sono le sue ambizioni politiche?

"Peracchini è a disposizione e lavora per il bene di questa città, cercando di fare il massimo da qui al 2027 e collaborando con tutti gli alleati. Chiaramente per fare questo serve anche la politica, regionale e nazionale, quindi ci saranno i tempi per ragionare su tutti questi temi; ora è presto".

Che 2024 sarà?

"Un anno molto bello e interesante, in cui inizieranno le grandi opere".