Una passione nata in piazza. Dal derby di fuoco Aps-Pro al sogno Champions League

Gli albori con due squadre sotto l’egida di Don Carlo Ricciardi e Giuliano Tori. Poi l’intuizione di Corona e l’ascesa: la fusione e l’obiettivo, centrato, della A1.

Una passione nata in piazza. Dal derby di fuoco Aps-Pro al sogno Champions League

Una passione nata in piazza. Dal derby di fuoco Aps-Pro al sogno Champions League

Dopo la Grande Guerra la città ha iniziato a pattinare. Quello sport decisamente insolito giocato in equilibrio sui pattini e con in mano un bastone per colpire la pallina, ha iniziato a prendere quota il 15 settembre 1946 data di fondazione dell’Associazione Pattinatori Sarzanesi in seguito meglio conosciuta come Aps. Una passione iniziata sulla pista improvvisata nella piazza della stazione ferroviaria, poi cresciuta fino a sbocciare nella nascita nel 1972 della seconda squadra cittadina: la Pro Sarzana. Tra i promotori del club un ruolo chiave lo ha svolto l’indimenticato parroco don Carlo Ricciardi arrivato in città da Bolano per diventarne poi uno dei simboli più amati del mondo del sociale oltre che religioso.

A lui si deve la nascita anche del famoso campeggio estivo e, appunto, della Pro Sarzana che giocava all’aperto sulla pista con il fondo in marmo realizzata dietro la chiesa del Carmine. Mentre i rivali dell’Aps trovarono l’aiuto dell’appassionato ex giocatore Giuliano Tori che costruì l’impianto in via Paganino. In quelle squadre sono nati i vari De Rinaldis, Tori, Tronfi, Silvi, i fratelli Ungari il compianto ’Lota’ Madrignani, il funambolo Taccio arrivato da Marina di Carrara integrandosi al meglio in quei derby di fuoco. Per anni Sarzana ha vissuto l’atmosfera paragonabile al palio di Siena: metà rossoblù in onore dell’Aps contrapposta al biancazzurro della Pro Sarzana. La storia ricorda una stracittadina alla pista di via Paganino giocata davanti a oltre mille sarzanesi ’indiavolati’, arrampicati ovunque per assistere alla partita e rimasti al buio per l’improvviso black out dell’impianto di illuminazione. Negli anni ’80 la Provincia costruì l’istituto scolastico superiore ’Parentucelli’ dotato oltre che di aule anche della piscina e di uno spazio polivalente dove trovarono spazio volley, basket e anche le due squadre. L’Aps riuscì a salire in serie A2. Poì arrivò la crisi, l’uscita di scena di tutto il movimento che sembrava aver messo in soffitta la passione oltre che l’attrezzatura. Fino al 1993 quando Maurizio Corona, da sempre tifoso, sportivo e poi tecnico reduce dalle esperienza in panchina alla Rotellistica Ceparanese e Viareggio, decise di scrivere il ’compromesso storico’ sarzanese. Riunì sportivi, giocatori e dirigenti delle due storiche società, mise da parte screzi, rivalità e il forte antagonismo fondando la società Hockey Sarzana che per non far torti al passato indossò i colori rossoneri, giurando di portarla in A1. Sul principio sembrò la promessa più folle e visionaria che mai potesse essere pronunciata. Il resto è storia. Il vecchio mercato ortofrutticolo di piazza Terzi abbandonato e sede dei mezzi della nettezza urbana (servizio di raccolta rifiuti al tempo svolto dal Comune) preso in gestione dalla società e trasformato in pista da pattinaggio.

La nascita di un settore giovanile e poi la promozione in A2 prima del clamoroso salto in A1 che a breve festeggerà il ventesimo compleanno. Due anni fa l’Hockey Sarzana ha conquistato la Coppa Italia battendo in finale il Forte dei Marmi in casa propria e passando dal ruolo di bella promessa in una reltà temuta, rispettata e ammirata in Italia e in Europa partecipando anche alla Champion’s League la più importante manifestazione hockeistica a livello europeo. Nel frattempo tante squadre giovanili hanno fatto incetta di titoli, Coppe, trofei nazionali continuando a pattinare come i loro bisnonni nel 1946 quando i pantaloncini da gara erano tenuti in vita con un filo di ferro.

Massimo Merluzzi