Un boato. E pezzi di roccia cadono in mare

Frana alle Rosse. Tanta paura tra i diportisti, ma per fortuna nessuna imbarcazione è stata coinvolta. L’intervento della Capitaneria di porto

Un mezzo della Guardia costiera lungo il costone delle Rosse

Un mezzo della Guardia costiera lungo il costone delle Rosse

 

Un rumore simile a un’esplosione, e una parte del costone che si sfalda e finisce in mare. Solo il rispetto delle regole da parte dei diportisti ha impedito che la frana avvenuta alle Rosse potesse avere risvolti tragici. Il paradiso a cavallo tra Porto Venere e le Cinque Terre, gettonatissimo da chi cerca tranquillità, acque limpide e uno scenario mozzafiato per la propria gita fuoriporta, ‘violato’ dalla maxi frana.

È accaduto ieri poco prima delle 14, quando alla fonda, nei pressi delle scogliere famose per il colore rossastro donato dal ferro presente nelle rocce, si trovavano 5 imbarcazioni. Fortunatamente, non ci sono stati feriti, né registrati danni ai natanti, ma la paura, tra chi si trovava nelle vicinanze della scogliera, è stata molta, soprattutto quando la nube di polvere ha temporaneamente coperto le barche che si trovavano più vicine alla costa. Immediata, da parte di chi si trovava alle Rosse, la telefonata al 1530 per le emergenze in mare, così come tempestiva è stata la risposta della Guardia costiera della Spezia, guidata dal comandante Giovanni Stella. In pochi minuti a Porto Venere si sono portate la motovedetta Sar Cp 865, il battello veloce Gc A 69 e la motovedetta Cp 580, già in mare impegnata nei controlli di sicurezza della balneazione nella zona delle Cinque Terre. È stato il personale della Capitaneria ad accertarsi che nessuno fosse rimasto coinvolto nella frana, e ad allontanare le imbarcazioni che si trovavano alla fonda. Fortunatamente la frana non ha portato conseguenze proprio per il rispetto delle regole da parte dei diportisti. L’episodio ha spinto la Guardia costiera spezzina a ricordare quanto previsto dall’ordinanza pubblicata nel 1994, secondo cui lungo la fascia costiera, in corrispondenza di costoni rocciosi a picco sul mare, "è vietata la sosta ed il transito di persone e unità navali entro la fascia di trenta metri dal piede del costone". Una norma che fa il paio con quella vergata 6 anni fa, per cui nelle acque sottostanti le scogliere a picco, la navigazione finalizzata all’ancoraggio sotto costa deve essere effettuata con la massima attenzione "in ogni caso ad una idonea distanza di sicurezza non inferiore ai 30 metri". Un episodio che il sindaco di Porto Venere, Matteo Cozzani, definisce come "l’ennesimo di un anno da dimenticare".