Tende in banchina, accoglienza all’ex Dogana Ma sull’uso del Commissariato c’è tensione

Ieri l’approntamento delle strutture per i controlli sanitari e anagrafici dei richiedenti asilo dopo l’arrivo alla calata Artom

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Nell’affidamento del progetto di "rifunzionalizzazione" della struttura - risalente al 29 agosto scorso - non era contemplata la sua configurazione a centro di prima accoglienza dei richiedenti asilo. Nella palazzina che si affaccia su Largo Fiorillo (un tempo presidio della Dogana poi crocevia dei crocieristici prima del terminal dedicato) sono previsti nuovi uffici per Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Rimorchiatori e una location espositiva per mostre ed eventi. Ma i migranti premono e l’Autorità di sistema portuale tende la mano. "Atto dovuto, la priorità ora è questa. Ci stiamo operando per strutturare gli spazi per l’ospitalità breve: primo piano per gli adulti, secondo piano per i minori non accompagnati. Un banco di prova, per noi e per tutti. Per noi un doppio banco di prova alla luce della necessità di fronteggiare l’arrivo nel porto di Carrara della Ocean Viking" dice il presidente Mario Sommariva.

All’ex dogana i migranti arriveranno dopo primi controlli: sanitario e anagrafico. Il check sulle condizioni di salute avverrà in banchina. Lì sabato mattina saranno allestite quattro tende: una per le attività della Croce Rossa, una per gli eventuali Covid positivi, una per gli adulti e una per i minori e le donne gravide. Lo staff ASL5 sarà composto da due medici (un uomo e una donna) del Dipartimento di accettazione ed emergenza affiancati da altrettanti infermieri. A questi si aggiungeranno un pediatra e un ginecologo. È stato, inoltre, predisposto un piano nell’eventualità che vi siano dei profughi che necessitino di assistenza ospedaliera: saranno ricoverati presso l’ospedale di Sarzana ed eventualmente nel reparto di malattie infettive. Ad orientare le collocazioni saranno già i controlli a bordo, a cura Sanità marittima. I camici bianchi stringono i denti e si preparano agli straordinari senza fiatare.

C’è invece tensione sul fronte del Commissariato di Polizia del porto. Il fermento trapela per effetto della presa di posizione di una sigla sindacale, quella de Lo scudo, di cui è leader locale Gianclaudio Di Siena. "Far accedere i 237 migranti della nave Geo Barents al Commissariato è una soluzione non condivisibile e semplicistica. Vi sono strutture ben più adeguate; auspichiamo che le autorità si attivino urgentemente in tal senso" è il rilievo che individua nel terminal crociere la struttura ideale. "Una cosa è effettuare le procedure anagrafiche per i 69 migranti inizialmente previsti, ben diverso è farlo per ben 237 persone che arriveranno stremate e meritevoli di un primo approccio che non sia quello di un Ufficio di Polizia". Nello specificio il commissariato è ritenuto "inadeguato a trattare in condizioni di sicurezza e igiene un numero così elevato di persone".

Le valutazioni locali si saldano alle analisi sulla problematica nazionale, tratteggiata dal segretario nazionale Pietro Taccogna (che ieri le ha fatte presenti ai parlamentari spezzini). "Abbiamo sempre ritenuto non condivisibile la gestione della materia immigrazione, clandestina e non, erroneamente impostata come una questione “di Polizia”, perché questa non è più una emergenza alla quale far fronte con soluzioni tampone ma ha ormai raggiunto livelli stabili per i quali servirebbe un adeguato piano strutturale. Occorrono luoghi, mezzi e risorse umane adeguatamente formate e dipendenti da enti territoriali, per fronteggiare situazioni che, continuando a ricadere sulle Forze di polizia ne snaturano la missione istituzionale primaria, che è quella di dare sicurezza al territorio e ai cittadini onesti".

Corrado Ricci