Superbonus, una manciata le istruttorie aperte

Adempimenti burocratici e controversie zavorrano lo strumento di rilancio. Figoli: "La legge va bene, la falla sono i decreti attuativi"

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di Franco Antola

La Spezia

Sulla carta è uno strumento dalle enormi potenzialità, capace di restituire ossigeno non solo al comparto dell’edilizia ma a una vasta filiera economico-produttiva che la pandemia ha messo in ginocchio. Di certo un contributo decisivo alla ripartenza, con ricadute importantissime in chiave di risanamento urbano, efficientamento energetico e messa in sicurezza del patrimonio edilizio. In questa fase però non è tutto oro quel che luccica e alle molte luci legate al superbonus 110% fanno da contrappunto numerose ombre. Anche a Spezia. E lo dicono i numeri, per quanto ancora approssimativi: le istruttorie avanzate in provincia si stima siano solo poche decine, 400-500 in Liguria, 12mila in tutta Italia, come ha fatto sapere l’Agenzia delle Entrate.

I motivi? Una normativa complessa, tanti adempimenti difficili da rispettare nei termini perentori indicati, una miriade di casi controversi – come attestato dall’enorme mole di ’chiariment’ che arrivano dall’Agenzia delle Entrate su richiesta dei potenziali fruitori delle misure –. E poi il timore di dover sborsare cifre cospicue per effetto di meccanismi che impongono rigorosi presupposti di conformità urbanistica e catastale degli immobili, della cui ‘storia’ non sempre è facile trovare traccia in atti aggiornati e completi presso i Comuni. Questo il quadro – non proprio confortante – che emerge dallo stato di attuazione di una delle più importanti misure messe in campo dal Governo attraverso il decreto Rilancio, che ha incrementato al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per opere di efficientamento energetico, interventi di riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici, oltre alle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

Per cercare di capire come stanno andando le cose in provincia ‘La Nazione’ ha organizzato sul tema un forum al quale hanno partecipato esperti e addetti ai lavori, in collaborazione con Confartigianato La Spezia. Ne è emerso uno scenario caratterizzato da tante aspettative ma anche da molte incognite irrisolte. "E’ una medaglia a due facce – osserva il presidente di Confartigianato Paolo Figoli –. La misura è stata voluta per sviluppare lavoro e risollevare innanzitutto l’edilizia da una crisi che si trascina da dieci anni, nata quindi con spirito costruttivo e con un’ampia ricaduta su tutta la filiera. La legge è arrivata ma come al solito il problema sono i decreti attuativi, con la burocrazia che rischia di vanificare i migliori propositi. Sono previste semplificazioni ma le difficoltà ci sono, eccome. C’è, per dire, una complessa parte amministrativa e fiscale che può essere gestita solo da figure professionalmente preparate, e questo anche per evitare brutte sorprese, veri e propri effetti-boomerang legati al rischio di dover sostenere notevoli costi imprevisti. Anche le aziende rischiano grosso e penso soprattutto al ruolo dei general contractor (persone fisiche o società specializzate a cui il committente finale si rivolge per ottimizzare costi e processi, ndr), dove i grossi player fanno la parte del leone imponendo la loro legge. Entrano con lo scopo di manlveare il condominio dalla complessa gestione dell’intervento ma alla fine le aziende si ritrovano vincolate a contratti difficili da onorare a causa degli aumenti considerevoli dei materiali, o dei tempi ristretti di esecuzione dei lavori a fronte dei ritardi delle fornitura". Aspetti che il legislatore è chiamato a correggere, secondo Confartigianato, consapevole comunque, come riconosce il direttore Giuseppe Menchelli, che le agevolazioni restano oggi una grande opportunità per una filiera che può e deve tornare a crescere.