Sequestrato il ’tesoro’ della borseggiatrice

I carabinieri di Riomaggiore hanno scoperto una donna rom con 24 identità diverse che aveva redditi non dichiarati per 150mila euro

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Dalle indagini sui borseggi alla stazione, fenomeno purtroppo molto ricorrente nel periodo pre-pandemia, i carabinieri della stazione di Riomaggiore hanno messo gli occhi su una donna di etnia rom, residente a Genova, che si era presentata con ventiquattro nomi diversi, tanto da eludere controlli più approfonditi ed accumulare condanne per reati contro il patrimonio su varie identità. Quella donna colpiva nelle Cinque Terre assieme ad altre componenti del suo nucleo familiare, anche in stato di gravidanza. A suo carico sono risultate 60 condanne per furti aggravati, borseggi consumati e tentati, 7 precedenti per rapina consumata e tentata, 15 condanne definitive per evasione e due per contravvenzione alla misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio.

Ma la sorpresa più grande è arrivata quando i carabinieri hanno approfondito il tenore di vita della rom, confrontandolo con i redditi dichiarati dell’intero nucleo familiare convivente. Ed è emerso un divario di circa 150mila euro. Le indagini hanno ricostruito, tra l’altro, vari cambi di valuta estera eseguiti tra il 2015 e il 2019 per un valore di quasi 24mila euro: le monete oggetto di cambio di valuta in euro comprendono sterlina del Regno Unito, yen del Giappone, dollaro di Hong Kong, dollaro di Singapore, yuan della Cina popolare, peso dell’Argentina, ringitt della Malaysia, real del Brasile, rupia dell’Indonesia. Le somme in valuta estera non hanno trovato una spiegazione logica nelle entrate del nucleo familiare, se non la provenienza dall’attività di borseggi compiute negli anni in danno di turisti stranieri. Durante gli accertamenti è emerso poi l’acquisto di una Porsche Panamera 4S per più di 120mila euro, rivenduta in un altro paese europeo: le compravendite di autoveicoli, finanziate verosimilmente dalla donna, hanno portato una differenza tra ricavi e spese con una perdita di più di 30mila euro.

Ieri i carabinieri della compagnia della Spezia, coadiuvati da quelli del comando provinciale carabinieri di Genova e del 6° battaglione carabinieri “Toscana”, hanno dato esecuzione all’operazione denominata “Scilla e Cariddi”, derivata dalla misura di prevenzione patrimoniale emessa dal tribunale di Genova, sezione misure di prevenzione, disposta dal pubblico ministero

Federico Manotti. In esecuzione al decreto, emesso su proposta della direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, i carabinieri hanno sequestrato 4 conti corrente in uso al nucleo familiare, 21 autoveicoli tra cui una Bmw M3 cabriolet, una Audi A6, una Mercedes Glk, una Alfa Romeo Mito, una Mini Cooper) e 6 beni immobili.

Tale misura, come detto, è scaturita in seguito all’attività investigativa protrattasi dal 2019 e condotta dalla stazione carabinieri di Riomaggiore nell’ambito della costante azione di contrasto ai borseggi sulla tratta ferroviaria delle Cinque Terre. Nei periodi di maggior afflusso di turisti, anche la scorsa estate quando il covid aveva allentato un po’ la morsa, le stazioni ferroviarie e i treni che percorrono il litorale della Riviera sono colpiti dal fenomeno dei borseggi. I turisti vengono derubati dei portafogli e, quindi, del denaro contante e dei documenti. La stazione carabinieri di Riomaggiore, da molti anni impegnata ad eseguire servizi mirati per fronteggiare il fenomeno, ha identificato e studiato il modus operandi di alcune donne di etnia rom le quali, approfittando della calca, riescono a sfilare i portafogli. Si confondono con i turisti vestendo abiti comuni, alle volte, per passare inosservate operano in stato interessante in modo da ridurre il livello di allerta.

Massimo Benedetti