Il mini tornado affonda una barca: mamma e figlio salvati dal bagnino

Recupero da manuale da parte di due marinai su un natante in transito

Le operazioni per riportare a galla la barca di 5 metri, Sirena, affondata davanti al Balipedio

Le operazioni per riportare a galla la barca di 5 metri, Sirena, affondata davanti al Balipedio

Porto Venere (La Spezia), 23 maggio 2018 - Madre e figlio su una barca a motore di 5 metri metri se la sono vista davvero brutta lunedì pomeriggio. Al traverso del Balipedio, sotto l’onda montante della tramontata alzatasi improvvisamente, sono stati colpiti da una tromba marina. E’ stato un attimo e il loro piccolo natante, piegato dal vento impetuoso e investito dai frangenti, ha imbarcato acqua, perdendo stabilità. In pochi secondi è colato a picco.

«Abbiamo rischiato grosso», dicono i naufraghi. La loro tempra salmastra - lui è un pescatore professionista residente sull’isola Palmaria, Luca Garzia; lei, Ivana, da mamma premurosa lo asseconda nelle fatiche tra i flutti - ha sicuramente favorito il loro mantenersi a galla.

Ma anche la Provvidenza ha fatto la sua parte nelle vesti prima dell’equipaggio di una vedetta della Marina Militare (da cui sono stati lanciati i salvagenti) e poi, soprattutto, nella forma di un bagnino e di un compagno di navigazione che, 15 minuti dopo lo ‘schiaffo’ del mini-tornado, rientrando con la loro barca di 5 metri alla Spezia, hanno incrociato i naufraghi, prodigandosi per loro. I buoni samaritani del mare sono Christian Antuono e Aldo Mugnaini; il primo ha lunghi trascorsi da bagnino, con sei salvataggi alle spalle (a Monterosso, Lerici e Porto Venere) ora lanciato nell’avventura imprenditoriale di realizzare tour turistici su una barca in fase di allestimento; il secondo è un ristoratore di Pegazzano, titolare del Trenta Denari.

"Non ho avuto esitazioni – rievoca Christian – a tuffarmi in mare per mettere in sicurezza la signora; era in grossa difficoltà, benché aiutata dal figlio, entrambi sorretti da un unico salvagente. Non ce la faccio più... mi diceva. L’ho abbracciata e sorretta fino a raggiungere la scaletta della nostra barca. Lì Aldo l’ha agguantata e recuperata a bordo. Il mare era agitato, le operazioni sono state complesse. Sono rimasti al nostro fianco il mezzo della Marina e un traghetto della Golfo dei poeti, i primi, con la loro presenza, a dare conforto ai naufraghi. A stretto giro è arrivata anche un vedetta della Guardia Costiera. La signora era intirizzita dal freddo. Le abbiamo dato i nostri vestiti, l’abbiamo scaldata, sostenuta psicologicamente. Lei e il figlio ci hanno chiesto si essere portati alla Palmaria, volevano tornare a casa. L’equipaggio della vedetta, viste le condizioni, li ha portati alla Spezia, per le cure del pronto soccorso". Ora stanno bene.

La barca affondata è stata recuperata: giaceva sul fondo a 13 metri di profondità. Un’operazione da manuale condotta dalla ditta Egsub di Gianluca Olmi. Ad imbragarla e a dare aria ai palloni gonfiabili impiegati per riportarla in superficie è stato il sub Marco Canese. Il natante era integro. Un sollievo per Luca e Ivana che, ancor prima di gioire per il guscio ritrovato, ringraziano. «Siamo grati a Christian, Aldo e tutti gli uomini che si sono prodigati per noi, compresi quelli della Guardia Costiera che ci hanno sostenuto dopo la brutta avventura fino a disporre le azioni di recupero della barca».