"Piera ha accettato". Sommovigo è in corsa Primo candidato donna per il centrosinistra

L’avvocato ha sciolto le riserve ieri dopo un incontro col ministro Orlando. Italia Viva critica: "Si è scelto di dividere le opposizioni"

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di Chiara Tenca

Non era Godot: alla fine, il nome tanto atteso è arrivato e la corsa verso le amministrative della coalizione giallorossa può finalmente cominciare. La fumata bianca, che chiude una vicenda lunga mesi, travagliata e apparsa a tratti impossibile da concludere come la tela di Penelope, è arrivata ieri nel primo pomeriggio. "Piera ha accettato": messaggio laconico, ma attesissimo e pesante come un macigno, scritto da esponenti dell’alleanza. Piera, che di cognome fa Sommovigo: avvocato di 53 anni, originaria di Arcola, esperta di diritto amministrativo, vicina al mondo dell’ambientalismo e al sociale. Il suo nome, nella lunghissima lista che settimana dopo settimana veniva rimpinguata con nuovi papabili in attesa del placet definitivo, è spuntato in corner.

Vicenda nota è il continuo rinvio della scelta decisiva: sembra ormai lontanissimo il nome di Alberto Nardini, chirurgo che aveva messo d’accordo quasi tutte le varie anime dell’alleanza, per poi fare un passo indietro e dichiarare che un tale impegno politico sarebbe stato inconciliabile con la professione. Eppure, era finito al centro della scena meno di tre mesi fa. Dopo di lui, una lunga girandola di possibili candidati: chi ci sperava, chi si era tirato fuori dai giochi, chi ancora si è fermato ad attendere sviluppi. Un gioco di carte – e di nervi – sostenuto a correnti alternate dalle diverse anime della coalizione, formata dal Partito democratico, dal Movimento Cinque Stelle, da LeAliLista Sansa, dai riformisti di Avantinsieme, +Europa, Socialisti, Italia Viva e dalla sinistra di Articolo Uno, Rifondazione, Sinistra Italiana. Mentre il centrodestra si spaccava e si ricompattava, lasciando Nanni Grazzini sul campo in nome della realpolitik, bruciando quello che poteva essere un vantaggio temporale nella corsa alle urne. Invece, dopo il lancio di Peracchini a caccia del bis, ancora niente. E l’elenco continuava. Tortorelli, Melley, Sarti, Natale, Pagni, più vari ed eventuali, fino alla rosa finale: il trittico formato dal consigliere comunale di Leali, che ha poi lasciato terreno al duello decisivo fra l’avvocato penalista e presidente del conservatorio Maurizio Sergi e la Sommovigo, cronaca politica degli ultimi giorni. Ora, il nome c’è, e pare sia stato decisivo l’incontro della quasi candidata con il ministro Andrea Orlando. Per il centrosinistra, un inedito: prima donna in corsa in una città amministrata sempre da uomini. Con il precedente, lato centrodestra, della notaia Fiammetta Chiarandini nel 2012. Già impegnata a sostegno dell’avventura, andata male, di Paolo Manfredini, la neocandidata è conosciuta per il suo impegno nelle cause sociali ed ambientali; recentemente è apparsa nelle cronache in veste di legale dell’amministrazione di Santo Stefano nel ricorso al Tar contro il biodigestore di Saliceti, andato a segno nei primi di marzo. Legata alla Spezia, ma anche a Genova – il gossip la darebbe come tifosa genoana, ma ieri ha scelto di non rispondere a questa e a molte altre domande ben più sostanziali, che avremmo voluto porle, perché in viaggio – : qui esercita la professione in contemporanea con Spezia.

Le tante forze della coalizione chiamate a dire la loro sulla news, si trincerano dietro un no comment o prendono tempo. Parla solo Antonella Franciosi di Italia Viva. "Si è fatta la scelta di dividere le opposizioni e questo è un errore gravissimo, più ancora del segno di sconfitta annunciata che evoca di riproporre la coalizione Sansa. Lo spettacolo commovente di questi giorni ha rimesso in piedi il centrodestra. La nostra coscienza è pulita, in questi anni abbiamo dato battaglia ogni giorno, per Spezia, a Peracchini". Appena in sella, la Sommovigo, e già con una patata bollente da gestire.