
Dieci indagati per il crollo del ponte levatoio della darsena di Pagliari avvenuto il 12 maggio scorso: progettisti, funzionari dell’Autorità portuale che hanno vigilato sull’esecuzione dei lavori, collaudatore, gestore e operatori tecnici. In tutto sono dieci i destinatari degli avvisi di garanzia per il cedimento della struttura di "proprietà" dell’Autorità di sistema portuale, tenuta a battesimo nel 2010, costata all’ente circa 2 milioni di euro e ancora sotto sequestro per dare corso alla nuova fase delle indagini nel contraddittorio delle parti.
Ad una settimana dal deposito della consulenza tecnica ’orientativa’ sulle criticità emerse dalle prime verifiche tecniche svolte dall’ingegner Renato Buratti e dall’ultimo consulto con i carabinieri del Nucleo investigativo che hanno raccolto le carte ed effettuato gli interrogatori dei testimoni, il procuratore della Repubblica Antonio Patrono ha formalizzato ieri, al giudice delle indagini preliminari, la richiesta di incidente probatorio. Obiettivo: risalire alle cause del crollo della struttura e alle attribuzioni di responsabilità, a titolo di colpa, da sostenere in giudizio quando si incardinerà il processo vero e proprio. Propedeutica al passaggio investigativo, è stata l’individuazione delle persone sulle quali concentrare lo sviluppo degli accertamenti. Nessun capo di imputazione puntuale e articolato, in questa fase. Ma individuazione delle circostanze da approfondire per delineare accuse specifiche in progress. Di qui gli ’avvisi’ per mettere in moto le difese. Destinatari, in prima battuta, i quattro progettisti del ponte (componenti dell’associazione temporanea di professionisti creata per dare corso gli elaborati): gli ingegneri Pierangelo Pistoletti, 73 anni, di Pisa e residente a Viareggio; Luca Romano, 60 anni, di Alassio; Bruno Ballerini, 84 anni, di Genova; Alberto Baldi, 50 anni di Loano. Sotto la lente anche i ruoli giocati dal responsabile unico del procedimento e dal direttore di lavori nei ranghi dell’Autorità portuale; si tratta degli ingegneri spezzini Franco Pomo, 74 anni, e Fabrizio Simonelli, 54 anni; il primo è in pensione da tre anni dopo aver ricoperto il ruolo di dirigente dell’ufficio tecnico dell’ente di via del Molo, il secondo, più giovane, è ancora operativo. C’è poi l’esecutore del collaudo statico della struttura: Luigi Calvanese, 61 anni, di Avellino.
A completare la lista, ci sono Federica Maggiani, 52 anni, presidente del consorzio nautico che gestisce la darsena e i manovratori del ponte: Marco Martinelli, 34 anni, di Fivizzano e Diego Baruzzo, 38 anni, di Sarzana. Il procuratore Patrono, nella richiesta di incidente probatorio, scrive che è "assolutamente necessario accertare, mediante perizia da affidare ad ingegneri o comunque esperti del settore, tutta una serie di circostanze relative alla realizzazione e gestione del ponte". L’elenco è articolato. Nel mirino ci sono la progettazione iniziale, due varianti attuate in corso d’opera, il collaudo del ponte, la sorveglianza periodica sullo stato dell’opera, le modalità di manovra della struttura.
Le criticità emerse, a da approfondire con analisi di laboratorio, sono diverse; in primo luogo, la rottura dei bulloni dei cardini sul lato monte del ponte e la mancata verifica delle condizioni degli stessi nel corso del tempo là dove è risultato palese, dopo il crollo, che alcuni si erano schiantati prima dello stesso; sarebbero bastati controlli periodici a vista, ancor meglio con chiave dinamometrica, per verificare la loro tenuta e gli indizi dei processi corrosivi occulti. Chi doveva provvedere? Al di là di una generica ripartizione di incombenze delineate negli atti - manutenzione straordinaria in capo all’Autorità di sistema portuale, manutenzione ordinaria in capo al gestore - fra la documentazione acquisita dai carabinieri manca un’indicazione specifica. C’è poi la necessità di passare ai raggi x i pistoni e in particolare il loro sistema idraulico. Anche su quel fronte, forse, potevano essere colti deficit pregressi: già anni fa vennero uditi dagli operatori rumori sospetti, segnalati all’Ap. Ma anche il più recente controllo dei pistoni, risalente al marzo scorso ad opera di una ditta di Carrara incaricata dell’ente, non aveva fatto emergere criticità. Fino al crollo del 12 maggio scorso.
Corrado Ricci