ANNA PUCCI
Cronaca

Vecchie navi da smantellare: Piombino in ritardo, La Spezia vola

La Marina pensiona una parte di flotta: c’è un business da inseguire

Nave Carabiniere, a destra, e altre imbarcazioni militari da demolire

La Spezia, 18 dicembre 2015 - Lo smantellamento delle imbarcazioni arrivate al termine della vita operativa può diventare un affare e su questo punta il porto di Piombino, individuato dal Governo come sede del polo nazionale per le demolizioni navali all’interno dell’accordo di programma per il rilancio dell’economia della costa toscana.

Ma il polo ancora non c’è ed è così che è rientrata in gioco La Spezia, dove ha sede l’Arsenale della Marina Militare che, nell’ambito del programma di rinnovo della flotta, sta mettendo fuori ruolo il naviglio con maggiore anzianità. Il tema è tornato d’attualità in questi giorni nel capoluogo ligure, dove i vertici della Marina e l’Agenzia Industrie Difesa hanno presentato all’amministrazione comunale il progetto di smantellamento di nave Carabiniere, fregata da tempo ‘parcheggiata’ all’interno dell’Arsenale militare e per la quale è urgente procedere alla demolizione.

La Spezia ha iniziato a sperare: nella tabella di marcia della Marina, dopo Carabiniere, ci sono Alpino, Ardito e Audace. E così via, per un totale di 38 navi deputate alla dismissione.

L’obbiettivo di parte della politica e del tessuto imprenditoriale locale è che lo smantellamento di Carabiniere – che verrà effettuato e all’interno dell’Arsenale da ditte civili specializzate (bando da 350 mila euro per la prima fase, la bonifica dai materiali pericolosi, tra cui amianto) – rappresenti un progetto pilota capace di candidare la città ad essere secondo polo per le demolizioni, posto che per il Governo non sia più possibile fare marcia indietro rispetto alla scelta di Piombino. Ma fuori dal coro si è levata la voce del presidente dell’Autorità portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri, che ha invitato a riflettere sul rapporto tra i benefici economici e i costi (ambientali, di rischio per la salute e di immagine) del fare a Spezia un centro di demolizioni, oltretutto in assenza di investimenti come quelli promessi dal Governo per Piombino.

Spezia, ha sottolineato Forcieri, è già stata segnata da un pesante inquinamento e da una consistente incidenza di asbestosi. Di parere opposto il presidente della locale Confindustria, Giorgio Bucchioni, che già un anno e mezzo fa aveva chiesto direttamente al premier Renzi, senza ottenere risposta, di valutare proprio Spezia come sede del polo nazionale per le demolizioni navali, in alternativa a Piombino, sottolineando come nella città ligure siano già presenti strutture e professionalità idonee a far decollare in tempi brevi il centro specialistico.